De Carli si inventa che a scuola insegnerebbero ai bambini «come si mette il cazz* in cul*»


Mirko De Carli sarà anche un omofobo che cerca di raggirare i bigotti per indurli alla discriminazione. Ma appare alquanto patetico il suo tentativo di sostenere che qualcuno voglia «spiegare ai bambini a scuola come avviene il rapporto sensuale tra omosessuali» come afferma attraverso i suoi canali social:



Se forse gli andrebbe spiegato quale espressione abbiano le persone normali quando leggono ciò che lui scrive, l'esponente del partito di Mario Adinolfi non precisa il contesto ed omette di sottolineare quella sua sfiorata bestemmia in diretta:


Durante i suoi interventi, De Carli ha sostenuto che none esisterebbe alcuna differenza tra droghe leggere e droghe pesanti perché lui è contrario al principio che gli altri possano fare «c*zzo che gli pare» in virtù di come lui sia convinto che «la generazione die più giovani è già andata» perché lui dice che «sparano putt*nate».

L'espressione pubblicata sul suo post parrebbe riguardare l'intervento di tale Michela Morellato che ha parlato di imprecisate «situazioni spaventose» che lei attribuisce alle «comunità lgbt e del gender fluid» perché lei è contraria alla droga e dice che «a furia di dare armi all'Ucraina ce la prendiamo nel c*lo anche noi» visto che lei vuole cacciare i migranti.
Al massimo è la sua collega ad aver sostenuto che è bello se spiegano come l'uomo possa penetrare una vagina perché «poi nasce un bambino», ma lei non sopporta che si possa menzionare il sesso anale perché ai bambini vada detto: «C*zzo va ne fi*a, sb*rrata e nasce il bambino». Ed ovviamente ha detto anche che lei ha tanti amici «a cui piace prendere il c*zzo nel cul*» dato che si sa che ad ogni asserzione omofoba fa bello dire di avere tanti amici gay.
La signora Michela Morellato ha così sostenuto che la sua povera bambina «che vedeva lo zio come il simpatico zio gay» ora lo vedrebbe come uno a cui «gli piace il bel cazz*ne in cul*» e «il problema è che non è a scopo riproduttivo» perché «una sb*rrata in c*lo non è a scopo riproduttivo».


De Carli le ha dato ragione, dicendo che «a un bambino non vai a fare educazione su queste porcherie perché queste porcherie te le fai a casa tua punto e basta». Quindi niente educazione sui rischi delle malattie sessuali o sulla salute, dato he il bambino di vede prendere l'HIV come sostiene Adinolfi perché loro dicono che sia sbagliato educarli al sesso sicuro?
Ne ha così concluso che «Se mai avessi un figlio, non vorrei che gli venisse detto che il cazz* in cul* si mette così». Peccato che è assai improbabile che qualcuno gli direbbe. E se volessimo scimmiottare i loro motti, potremmo anche chiederci: voi dareste mai un bambino ad un De Carli che dice tutte quelle parolacce mentre fantastica sui rapporti anali?
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