Il leghista Pillon teorizza che l'illegalità renderebbe "liberi"

L'ex senatore leghista Simone Pillon sostiene che il suo amico Djokovic sarebbe "libero" perché ha falsificato i documenti necessari all'immigrazione dopo essersi rifiutato di vaccinarsi e aver deciso di fregarsene delle regole a cui tutti gli altri atleti si erano attenuti. E se l'avvocato leghista teorizza che l'illegalità renderebbe "liberi", curioso è come lui si batta per togliere la libertà di scelta alle donne o per vietare una famiglia ai gay. Evidentemente ritiene che mettere a repentaglio la vita altrui sia una "libertà" mentre il poter amare chi si vuole sarebbe una pretesa a cui lui si oppone strenuamente:

Avvezzo all'insulto, l'ex senatore definisce "rosiconi" quanti hanno combattuto la pandemia, ritenendo che chi ha contribuito al bene comune vada insultato a nome dei negazionisti. E così sceglie il termine scelto da Casa Pound per la loro propaganda:

Il leghista spiega poi di essere stato invitato dall'ultra-destra spagnola a predicare i suoi presunti "valori" fondati sull'omofobia, le limitazioni alle liberta personali e tutte le altre pretese dell'agenda fondamentalista. Senza spiegare chi gli abbia pagato quella trasferta, scrive:

Fastidioso è il suo citare a sproposito il Dio di Giacobbe, ossia il Dio che donò alle sue creature il libero arbitrio. Un dono di cui Pillon è solito rinnegarne valore primario con cadenza pressoché quotidiana.


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