Pillon attacca le sentenze della Consulta e torna a chiedere l'arresto di Tiziano Ferro


Prosegue senza sosta la feroce campana contro le famiglie gay condotta dal senatore leghista Simone Pillon. Quando non sbraita come un indeterminato che bisognerebbe discriminare le minorenni trans che non piacciono alle lobby fondamentaliste, chiede che si limitino le tutele dei figli delle coppie fay quale atto di ritorsione per essere nati in una famiglia a lui sgradita.
Quest'oggi a scatenare la sua ira leghista è stata una dichiarazione di Tiziano Ferro, il quale si dice non interessato dare un passaporto italiano al figlio se ciò significa dover occultare il nome di uno die suoi padri e renderlo orfano di un genitore in vita:



Proponendosi come l'avvocato che cita la legge a casaccio e che se ne frega di come la Corte Costituzionale abbia sancito che non è perseguibile chi abbia figli all'estero nonostante lui giuri il contrario, è con la sua solita prepotenza che il leghista dichiara:



Ma se la Consulta ha chiarito che Pillon e Adinolfi dicono stupidaggini nel sostenere che vada punito chi ha avito figli contro il loro volere, perché l'ex senatore insiste nel citare leggi a caso per incitare fascisti e neonazisti contro le famiglie altrui? Con quale diritto di fa promotore di illecite discriminazioni e si propone come il cinquantenne che cerca di togliere diritti ai bambini?
Inoltre pare stupefacente che a chiedere che si arresti qualcuno per aver espresso un'opinione a lui sgradita sia quel leghista che diceva che i reati dettati dall'odio dovessero essere ritenuti "libertà di espressione".
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