Adinolfi associa Sanremo al duplice omicidio commesso da un detenuto in licenzia premio
Mario Adinolfi racconta che che lui si gustava il festival Sanremo solo quando sul palco veniva invitato un Povia che urlava agli adolescenti gay che lui riteneva dovessero essere "guariti". Ma ora non se lo gode più, perché ha schifo di chi difende i diritti delle donne e osa permettere che due uomini possano baciarsi senza essere manco mandati nei campi di sterminio come facevano i nazisti.
In quello che pare un tentativo di sostenere che la responsabilità degli omicidi che avvengono in Italia sarebbe di un festival che non promuove la discriminazione, scrive:
Ovviamente la tesi Adinolfi e che contro il "caos" della libertà servano leggi liberticide che impongano a tutti di dover fare ciò che dice lui, garantendo festival omofobi che dicano che le donne non meritano diritti.
Proponendosi come quello che diceva che i reati d'odio fossero una sua "libertà di opinione" mentre strilla che bisognerebbe togliere la libertà di parola a chi osa contraddire il suo pensiero unico, dovrebbe quantomeno provare a spiegarci quale dovrebbe essere il nesso tra il duplice omicidio commesso da un ergastolano e il suo odio verso Fedez.