Il diktat di Fratelli d'Italia alla Rai: «Via Rosa Chemical da Sanremo, fa propaganda gender»
Quello di Fratelli d'Italia è un partito di estrema destra. E come ogni partito di estrema destra, il loro sogno è quello di imporre un regime in cui la libertà di parola e di espressione siano assoggettati alla propaganda decisa dal partito.
Nonostante a Sanremo ci saranno assai poche figure lgbt, la deputata meloniana Maddalena Morgante ha chiesto che il Governo faccia pressioni su Amadeus per impedire che il rapper Rosa Chemical possa partecipare al festival. Prendendo parola in Aula, la deputata ha dichiarato:
Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical, in gara alla prossima edizione del Festival di Sanremo, porterà, come da lui stesso affermato e chiedo scusa fin da adesso per i termini che utilizzerò, il sesso, l'amore poligamo e il porno su Onlyfans.
La rivoluzione fluida era arrivata già da tempo al teatro Ariston, ma trasformare il Festival di Sanremo, un appuntamento che ogni anno tiene incollati allo schermo famiglie e bambini emblema della tv tradizionale convenzionale, nell'appuntamento più gender fluid di sempre è del tutto inopportuno – ha insistito la deputata – Nonostante viviamo nell'era dei social network, la televisione rimane il principale canale di informazione per i cittadini. E i maggiori fruitori del mezzo televisivo rimangono i minori e le famiglie che diventano la fascia di riferimento principale per la creazione di programmi.
Peccato che le persone lgbt nascano all'interno di quelle famiglie che lei cita a casaccio per chiedere che i figli altrui siano discriminati in virtù del suo ritenere che Simone Pillon vada proposto come esempio di virilità ai bambini. Ed è surreale che una persona adulti provi imbarazzo a pronunciare la parola "sesso" come se fosse all'asilo. Il tutto per arrivare a dire che il Festival della canzone italiana «rischia di diventare l'ennesimo spot in favore del gender e della sessualità fluida, temi sensibilissimi che da sempre Fratelli d'Italia contrasta. È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non solo nella tv di Stato, che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio, e non soltanto con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto davanti ai tantissimi bambini che guarderanno la televisione per una serata in famiglia».
Insomma, la sua teoria è che serva una campagna di propaganda di partito che miri ad istigare nei bambini i pregiudizi che nel secolo scorso portarono i fascisti a mandare al confino i gay. Ed è alquanto curioso sostenga che bisognerebbe censurare la verità per negare l'esistenza dei gruppi sociali che non piacciono alle destre.
Plaude alla censura Jacopo Coghe, pirtavoce di quell'organizzaziobe forzanovista che si diceva convinta che i reati dettati dall'odio fossero "libertà di espressione":
Ovviamente giurano anche che le lecite critiche siano da intendersi come inaccettabili "attacchi" a chi diffonde quella bufala "gender" che loro hanno introdotto nel dibattito politico come pretesto per nascondere una più evidente crociata omofoba. E forse sarebbe stato difficile che parole così inaccettabili non eccitassero Jacopo Coghe, dato che il fondamentalista è l'autore della aberrante raccolta firme con cui la sua organizzazione chiede la messa al bando dalla Rai di chiunque non ostenti presunta eterosessualità.