Il partito di Adinolfi: «Noi normali tifiamo Putin e preferiamo tradire le mogli all'orgoglio gaio»

Dato che Mario Adinolfi sostiene che Rai 1 vada chiamata "Gay 1" e che sia un atto una fantomatica “omosessualizzazione di Rai 1”, non stupisce che il suo Mirko De Carli usi quei termini nel suo banale attacco al bacio tra Fedez e Rosa Chemical. Ed è in un testo pubblicato sui social che il fondamentalista di Riolo Terme scrive:

Ormai hanno davvero stufato: è sufficiente leggere i commenti menzionati sotto gli articoli di stampa che raccontano il bacio arcobaleno tra Fedez e Rosa Chemical per comprendere quanto gli italiani abbiamo superato l'assuefazione da questi imprevisti pilotati dalla macchina comunicativa a guida Gay 1. Se, fino a poco tempo fa, un gesto del genere avrebbe destato scandalo o scalpore ora genera noia per la rindonante ripetitività con cui si propone un copione trito e trito a tal punto che, per primi gli stessi giornali sulle loro pagine web, si infiammano per spostare l'attenzione sulla presunta reazione della Ferragni. Si, parrebbe che l'influencer moglie del cantante rap lo avrebbe rimproverato sul palco sanremese per un gesto inopportuno e fuori luogo.

Se no n stupisce che De Carli cerca di diffamare la Ferragni parlando di presunti gesti di cui lui non ha prove, stupefacente è come si lamenti che un bacio tra due uomini non provochi scandalo come ai tempi in cui i gay venivano sterminati nei campi di concentramento nazisti.
Il suo sostenere che lui stava meglio quando c'era più odio e discriminazione dovrebbe far nascere una seria preoccupazione riguardo al pubblico a cui questa gente si rivolge allo scopo di incitarli alla discriminazione, come più volte ammesso da un Mario Adinolfi che assicurava che lui sarebbe finito in carcere se il ddl Zan avesse vietato l'istigazione alla discriminazione.

Ossessionato dal suo odio omofobico, De Carli prosegue:

La narrazione lgbtq ha stufato e invece che attirare pubblico lo allontana dallo schermo rischiando di arrecare danni agli indici di ascolto. Finché i messaggi a tinte arcobaleno non comportavano flessioni in termini di pubblico nessun problema, ora che tanti (troppi) telespettatori cominciano a valutare la possibilità di cambiare canale l'urgenza delle istanze omosessuali non assumono più i contorni urgenti prospettati come irreversibili fino a poco tempo fa.

Non sappiamo su quali basi De Carli dica che la mancata promozione dell'odio porterebbe ad un calo di ascolti ad un festival che ha registrato il 66% di share, ma tutto fa pensare che lui voglia solo convincere gli omofobi che tutti sarebbero omofobie e che dunque loro farebbero bene a sentirsi legittimati nella loro omofobia.

E dato che anche le femministe stanno sulle scatole a de Carli, insulta pure loro:

Ciò che più disturba è il copione scontato e mal recitato dai due artisti che rivalutano la presenza "barcollante" di Gino Paoli: chiunque si e potuto accorgere delle difficoltà fisiche e vocali del cantautore genovese ma tutti hanno sorriso e sentito come spontanee (guardate i tentativi di "tappargli" la bocca di Amadeus e Morandi) le sue esternazioni sulle "corna" subite da Little Tony e a lui confidate durante un Cantagiro. Non si è sentita nessuna femminista di turno criticare il maschilista Paoli ma il paese si è unito in una crassa risata collettiva paragonabile a quella udibile negli anni settanta e ottanta durante la visione di un film di Alvaro Vitali o Jerry Calà.
Meglio la verità delle corna di Paoli che la menzogna banale e scontata del bacio gay tra Fedez e Rosa Chemical: il tentativo di rappresentare un paese che non esiste fallisce per l'ennesima volta e il tonfo, oltre ad essere clamoroso, si avverte finalmente in tutte le sue sfaccettature più nascoste. L'Italia razzista, piena zeppa di coppie omosessuali e filo Ucraina prospettata dall'Ariston è una rappresentazione astratta che stona decisamente con la realtà dei fatti: un paese normale con famiglie normali, di certo non razziste e forse ben più avvezze a un piccolo tradimento che all'orgoglio gaio esibito in pubblico.

Se appare comico che che De Carli usi il termine "normale" e definire chi ama Putin e chi ostenta omofobia, non sappiamo perché si inventi che l'Italia sarebbe stata accusata di essere razzista quando la Enogu ha semplicemente detto che esistono razzisti. Ed è stupefacente ribadisca che lui sta con Putin e con i suoi militari imbottiti di droga che stuprano minorenni, girando che la stragrande maggioranza tiferebbe per il suo genicidio dato che Adinolfi tifa per lui.

La tesi di De Carli è che sia preferibile un maschio etero che mette le corna alla moglie ad un gay fedele che ama un altro uomo, ribadendo che lui ha schifo di chiunque promuova la tolleranza. E plaude ai macchi che mettono corna alle mogli anche la sua collega di partito Carlotta Toschi:

Iniziano poi gli insulti personali, con De Carli che elogia chi insulta la famiglia Fedez asserendo che loro odiano chiunque abbia sostenuto una legge contro i reati d'odio che non piaceva agli omofobi:

Ed ovviamente dicono he le corna sarebbero "peccato" e che dunque vadano bene, perché da eterosessuali omofobi loro non accettano che altre persone possano amarsi contro il loro volere:

Ogni commento sarebbe superfluo.


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