L'isteria ciellina contro Elly Schlein
Elly Schlein non piace ad Adinolfi, non piace a Belpietro, non piace all'organizzazione forzanovista Provita Onlus e non piace a Comunione e Liberazione. In attesa di scoprire se abbia anche qualche difetto oltre a tutti quei meriti, fa sorridere l'astio con cui il periodico ciellino Tempi insulta la neo eletta:
E così, il loro Emanuele Boffi scrive:
Giorgia Meloni ha esercitato sulla sinistra una così grande fascinazione che si è decisa a contrapporle una copia, ma contraria in tutto. Elly Schlein, nuovo segretario del Pd, è il negativo in bianco e nero di una foto a colori. Di qui abbiamo “una donna, una madre, una cristiana”, cresciuta senza padre nella periferia romana, orgogliosa delle sue idee e della sua comunità d’appartenenza, della sua terra, della sua storia: l’underdog che non ha mai fatto del suo essere donna una rivendicazione, una frigna per ottenere una quota, un posto, uno spazio. Di là, abbiamo la donna ricca, figlia di docenti universitari, cosmopolita, fluida, bandiera di tutte quelle istanze in cui, come ha detto splendidamente il nostro Vichi Festa, «la frase domina e comprime il pensiero».
Insomma, il loro punto di partenza è la sanificazione della Meloni. Elogiata per essere una morta di fame che ostentava croci celtiche durante la sua militanza nelle organizzazioni responsabili dell'aggressione squadrista di Firenze, diventa oggetto di venerazione perché ha figli al di fuori del matrimonio ma si dice "cristiana" quando promette la discriminazione dei gay o inveisce contro chi salva vite umane nel mediterraneo.
Dicendo che la Meloni sarebbe espressione della verità perché non rinnova "opinione donna" e non taglia le accise come promesso in campagna elettorale, si lamentano che la sinistra non condivida le idee della destra contro la dignità dei migranti, contro il diritto di scelta delle donne e contro le persone lgbt:
E il politicamente corretto è il mondo delle idee che se ne fotte della realtà, che funziona nelle promesse, ma non nella prassi quotidiana. Schlein sembra uscita ieri dall’okkupazione di un qualche liceo romano: vuole la patrimoniale, l’immigrazione incontrollata, la scuola solo statale. Vuole la tassa sui grandi patrimoni, un fisco occhiuto e spione, l’obbligo scolastico fino alla maggiore età, l’abolizione dell’obiezione di coscienza per quei farabutti di medici che «negano il diritto d’aborto alle donne». Vuole la Ru486, il matrimonio omosessuale, i percorsi sessuali di transizione senza limite alcuno, le carriere alias, le scuole trasformate in laboratori gender. Vuole lo Ius soli, l’eutanasia, la cannabis legale.
Se fa ridere sentirli delirare di «percorsi sessuali di transizione senza limite alcuno» o di «scuole trasformate in laboratori gender», il giornale ciellino si affretta a giurare che loro credono alla truffa "gender" ma non al fascismo:
Elly Schlein è la sinistra antifascista in mancanza di fascisti, pacifista e arcobaleno, irenista, senza senso della storia e della geografia, che vive solo nelle chiacchiere di chi la sera va a letto sereno perché sa che con le sue idee da talk show ha messo a posto, anche oggi, il mondo.
In realtà il fatto che loro vogliano che ad alcune persone venga negato il diritto alla famiglia non è una chiacchiera, è una violenza. Ed è una fortuna che la sinistra proponga alternative all'ideologia di destra, dato che non sarebbe servito l'ennesimo partito che cerca voti promettendo di far stare peggio gli altri.