Ci spiace per il pastore Carollo, ma nessuno ha mai detto ciò che lui mette nella bocca delle sue vittime
Ci spiace per il pastore Luigi Carollo, ma nessuno dice che quella ritratta nella sua fotografia sia una donna. Infatti quella è una drag queen, ossia un artista che si veste da donna e che fa ironia. Ne più e né meno delle sorelle Bandiera o della signor Coriandoli con cui lui è cresciuto prima che un prete indagato per abusi sessuali si inventasse la truffa "gender".
E decisamente non pare un feto appena concepito quello che lui dice sia un bambino che deve essere sfruttato per cancellare il diritto di scelta delle donne, dato che a quello stato di sviluppo l'interruzione volontaria di gravidanza è vietata da tempo.
Eppure è presentando la propaganda dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus come se fosse il suo Vangelo che il pastore evangelico scrive:
Oltre a lasciare basiti la mistificazione su cui il pastore modenese basa la sua propaganda di istigazione alla discriminazione, suscita un certo imbarazzo anche il suo sostenere che istigare alla discriminazione e perseguitare interi gruppi sociali significherebbe vivere "un vangelo di resistenza". E perché non esplicita a cosa faccia "resistenza". Vuol far "resistenza" al diritto degli altri di poter vivere la propria vita con la stessa libertà che lui pretende per sé stesso? Vuol far "resistenza" di ritti umani? Oppure vuole fare "resistenza" a Dio e ostentare il suo disprezzo verso le sue opere nella convinzione che i suoi pruriti sessuali debbano essere ritenuti un merito?
Oltre al pastore Luigi Carollo, anche l'ex consigliere fascista Fabio Tuiach pare eccitarsi davanti alle mistificazioni di Jacopo Coghe. Ed è invicando il Papa che insabbiva i casi di pedofilia che scrive:
Insomma, per loro la religione diventerebbe del tutto inutile se non la si può usare come lasciapassare alla discriminazione.