Martino Mora torna a chidere una sucola di destra che neghi i rigurgiti fascisti

Ormai ospite fisso alle trasmissioni delle reti televisive del Gruppo Mediapason, il professor Martino Mora è tonato a promuovere l'ideologia delle lobby integraliste in cui lui milita.
Se ai tempi del maxiprocesso c'erano membri della Cassazione pronoti a sostenere che «la mafia non esiste», oggi Mora sostiene che il pericolo fascista non esisterebbe e che chiunque non aderisca all'ideologia di estrema destra vada tacciato di essere un «militante del pensiero unico». Ossia una delle tante truffe culturali create dall'estremismo, atta ad incitare gli estremisti a non sentirsi in disagio nel manifestare idee che suscitano orrore e disgusto nella stragrande maggioranza della popolazione.

Partendo dal suo sostenere che i ragazzi dei licei sarebbero soggetti incapaci di formulare un pensiero autonomi, sostiene che alcuni docenti avrebbero fatto un «lavaggio del pensiero» a chi non nega la matrice dell'aggressione fascista di Firenze.
Poi è tornato a diffamare quel liceo Bottoni che gli paga lo stipendio. Come atto di ritorsione verso una preside che gli ha tolto alcune ore dopo che lui ha danneggiato l'istituto andando da Barbara D'Urso a vantarsi di aver punito chi manifestava contro il sessiamo, dice che i suoi colleghi cercherebbero di indottrinare i ragazzi e che bisognerebbe arrestarli per il «reato di interruzione di pubblico servizio» perché per una decina di minuti hanno sostenuto chi manifestava contro il silenzio di Valditara davanti al pestaggio fascista di Firenze.
Ovviamente dice che lui vedrebbe una scuola «politicizzata a senso unico» perché i gruppi di estrema destra che lui tanto spalleggia non fanno presa tra i giovani, dichiara che qualunque professore non condivida la sua ideologia starebbe usando la scuola come «luogo di indottrinamento». Ed ovviamente dice che gli insegnanti di destra sarebbero coraggiosi e che quelli di sinistra andrebbero accusati di «indottrinamento» perché non pensano quello che vorrebbe lui.

Sempre parlando a slogan, il docente sostiene che «il vero problema è lo svuotamento delle democrazia ad opera di organizzazioni transnazionali», ribadendo il suo odio verso un'Unione Europea che lui nega venga eletta dai cittadini così come avviene. Ed è quasi comico come Mora paia compiacersi davanti a telefonate surreali di gente che ha preso per buona la sua propaganda.
Mora è poi passato a sostenere che la sua Meloni voglia «difendere le frontiere» da chi scappa da fame e guerra e che la preside che ha condannato il fascismo offenda chi «non condivide il pensiero del politicamente corretto e accusa di fascismo in assenza assoluta di fascismo» perché «ha usato il suo ruolo per ideologizzare le parti di una parte politica per sostenere che chi difende le frontiere è fascista, cosa che è una stupidaggine».
Naturalmente dice che il governo Salvini-Draghi fosse «di sinistra» anche se includeva Salvini, arrivando poi ad inveire con la bava alla bocca contro «l'immigrazione clandestina» mentre invocava una «difesa delle frontiere» prima di ripetere i soliti slogan su «politicamente corretto» e «ideologia dominante». Peccato che il suo preferire gli slogan alle argomentazioni paia pure propaganda. E contro i migranti morti a Crotone si è messo a dire che lui non voleva fare «un pippone immigrazionista».


Sui social il signor Mora si dice estasiato dalle telefonate ricevute in studio, quasi si compiacesse di quei decelerati che negano l'esistenza del fascismo o credono alle balle no-vax anche grazie alla propaganda populista che lui cerca di propagandare.
E quando un professore di liceo si compiace perché gente che parla a malapena l'italiano ripete a pappagallo quello che gente come lui gli ha detto di dire, forse si capisce quale sia il loro obiettivo.


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