Porro e Sallusti elogiano il revisionismo della Meloni


Come tutti i populisti, anche Nicola Porro ha bisogno di trovare qualcuno da odiare. Se Salvini odiava i meridionali, odiava i mussulmani e odiava i migranti, Porro odia chi difende il clima, chi difende i diritti civili e chiunque non sia espressione del partii politi che lui promuove.
E così, è inveendo istericamente contro una precisata "sinistra" che Porro elogia un Sallusti che tenta di di riscrivere la storia e di raccontare che chi sconfisse il nazismo sia malvagio:



In un articolo non firmato, il sito di Porro dichiara:

Non si placa la polemica contro Giorgia Meloni, che – nella giornata di ieri – per ricordare le Fosse Ardeatine, quando 335 italiani vennero uccisi dalla furia nazifascista, ha parlato genericamente di “italiani”, e non di “antifascisti”. Immediatamente, si sono levati i cori di Anpi e opposizioni, che hanno cercato implicitamente di sostenere che il premier, utilizzando la semplice formula “uccisi perché italiani”, abbia cercato di attenuare le responsabilità dei gerarchi fascisti e nazisti.

Ovviamente l'accusa di Porro è falsa. Infatti ad essere contestato è il revisionismo di una Giorgia meloni che vorrebbe far credere che quelle persone sarebbero state uccise "Perché italiane". Ma Giorgio Leone Blumstein non fu ucciso "perché italiano nel disinteresse della Meloni.
Non furono ucciso "perché italiani" neanche il generale Simone Simoni, cacciato da Mussolini perché si era permesso di dubitare dell’inevitabile vittoria delle armate nazifasciste, o Celestino Frasca, colpevole di essersi trovato vicino via Rasella nel momento sbagliato, Bruno Bucci, colpevole di avere nascosto sotto il letto una copia di un giornale antifascista, Pilo Albertelli, professore di filosofia, colpevole di avere combattuto anche con le armi contro i tedeschi occupanti e i loro servitori fascisti...
Quelle persone furono uccide per quello che erano, non perché appartenevano ad un un gruppo sociale come nel caso dell'Olocausto. Infatti il comunicato tedesco affisso dopo la strage spiegava perché quelle persone erano tate uccise: non perché erano italiani ma perché ai loro occhi erano tutti «comunisti badogliani».

Porro preferisce però sostenere che Alessandro Sallusti abbia riscritto la storia, divertendosi a parlare di "intellighenzia di sinistra" quasi trovasse divertente coniare nuove insulti mentre parla delle vittime di una strage:

Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ha però sviscerato un elemento che è sfuggito all’intellighenzia di sinistra. Innanzitutto, le Fosse Ardeatine sono state la conseguenza dell’applicazione di una direttiva tedesca, che prevedeva l’uccisione di dieci italiani per ogni soldato tedesco vittima di attentato.

Eppure Nicola Porro pare non citare il titolo scelto da Sallusti, il quale dice che se Salvini non ha responsabilità nel mancato interventi di Cutro, le Fosse Ardeatine sarebbero colpa di chi combatteva i fascisti:



A quanto pare, il direttore di Libero è intenzionato a riscrivere la storia perché suo nonno, Biagio Sallusti, venne fucilato dai partigiani perché boia fascista che nel '43 presiedette il Tribunale speciale che aveva condannato alla fucilazione il partigiano Giancarlo Puecher Passavalli.
E così dice che la colpa delle Fosse Ardeatine sarebbe dei partigiani che avrebbero fatto arrabbiare i nazisti. Un po' come chi sostiene che la colpa degli stupri è dell donne che avrebbero "provocato" lo stupratore con le loro gonne...
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