Belpietro elogia la docente che imponeva orazioni in classe, trasformandola in idolo dell'integralismo organizzato
Nell'Italia di Giorgia Meloni che si schiera con Orban nella discriminazione delle minoranze e che cerca voti promettendo di rendere orfani i figli delle famiglie gay, non stupisce che la maestra Marisa diventi l'idolo di Salvini e di Fratelli d'Italia. Una signora che costringeva gli alunni a costruire rosari e pregare in classe, quando non provava ad insegnare loro che i terremoti fossero castighi di Dio contro gli uomini, deve essere apparsa molto utile per creare fratture sociali e per incitare gli estremisti a ritenere che i principi costituzionali e i diritti dei bambini possano essere calpestati se si usa la religione come pretesto. D'altronde chi promuoveva la Russia di Putin non avrà smesso di ammirare la modalità con cui il criminale Putin usava la religione per addestrare le nuove generazioni ad essere pronte a compiere stupri minorili dietro il suo comando.
Ciò ci spiega perché anche anche l'organizzazione forzanovista Provita Onlus, da sempre vicina all'ideologia del WCF, abbia da subutoio elogiato una signora che rappresentava appieno il modello russo. In fondo l'organizzazione di Toni Brandi ha trascorso anni a raccontare che la Russia di Putin dovesse essere presa ad esempio.
In quello schema, ecco che anche Maurizio Belpietro, già sponsor unico del congresso delle lobby omofobe russe patrocinato a Verona dalla Lega, cerca di incensare la docente che imponeva le sue convinzioni in classe.
Ovviamente cercano di sminuire la gravità dei fatti, dicendo che quelle sarebbero state solo «due orazioni». Ma dato che la scuola non è un logo adibito alle orazioni, anche una sarebbe stata troppa. E neppure vogliamo immaginare cosa avrebbe scritto Belpietro se la docente fosse stata islamica anziché sedicente "cristiana" che vanta legami con l'organizzazione franchista CitizienGo.
Il bello è che contro i corsi di educazione al rispetto il giornaletto di Belpietro dice che servirebbe un consenso informato die genitori, ma davanti a orazioni in classe invita a sostenere sia doveroso ignorare il volere dei genitori. E ciò ci porta alla vera rivendicazione, ossia al loro sostenere che se si cita Dio contro qualcuno, allora è per desiderio di sopraffazione che tutto diventa lecito.
Quindi il tema non è mai stato la religione, ma un nazionalismo che impone l'irrisione die simboli religiosi come strumento per imporre un vero e proprio fascismo in cui crocefissi e simboli sacri diventano strumenti da usare come mezzo di sopraffazione.
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