Fratelli d'Italia vuole il carcere per chi si fuma una canna. La proposta è della condannata per peculato


L'Italia di Giorgia Meloni è un posto in cui si offrono sconti agli evasori, in cui chi guida un partito che ha rubato 49 milioni di euro agli italiani diventa vicepremier, il cui la seconda carica dello stato colleziona busti del duce, in cui chi salva vite umane viene punito e in cui si aumentano le pene a chi di fuma una canna.
La deputata Augusta Montaruli, già premiata con una poltrona in vigilanza Rai dopo la sua condannata definitiva per peculato, propone di cancellare le pene più leggere assegnate nei casi di lieve entità in caso di detenzione di sostanze stupefacenti.

Nel mirino di Fratelli d’Italia ci sono i reati di “lieve entità” previsti dall’articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti, ai commi 5, 5 bis e 5 ter. Tali disposizioni assicurano pene leggere in base alla “quantità e qualità delle sostanze”, a chi viene scoperto in possesso di piccole quantità di droghe o altre sostanze, come la cannabis.
Le pene previste possono andare dai sei mesi ai 4 anni di carcere, in caso di reiterazione del reato e di altre aggravanti, a multe dai mille ai 10 mila euro, fino ai lavori socialmente utili, così da evitare un accanimento giudiziario contro i consumatori e evitare di intasare le carceri. Ma Fratelli d'Italia vuole imporre a tutti il carcere fino a 5 anni, insipientemente dal fatto che la detenzione sia ad uso personale o di spaccio.
Le regole del Testo unico sugli stupefacenti sono rientrate in vigore dopo che la legge Fini-Giovanardi è stata dichiarata incostituzionale per aver equiparato droghe leggere e pesanti, assegnando così pene sproporzionate rispetto alle condotte da sanzionare.

Quindi nell'Italia di Giorgia Meloni sarà più pericoloso fumarsi una canna che rubare 49 milioni di euro. Per non parlare di come nella sua Italia possa essere economicamente più conveniente pagare le multe piuttosto che le tasse. Ed in carcere ci manderemo i ragazzini che si fumano le canne, non una Montarulli che è stata condanna in via definitiva a un anno e sei mesi di reclusione per aver usato 25mila euro di soldi pubblici per comprare Swarovski, vestiti e borse firmate, cene costose e altre spese illecite mentre era consigliera regionale di Fratelli d’Italia in Piemonte.

Ma non è finita qui. Il cognato del signor presidente Giorgia, che guarda a caso è diventato ministro, sostiene si debba incentivare le nascite perché «non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica». E così, da una parte tolgono i figli a chi li vuole, dall'latro chiedono che le donne siano usate per allevamenti intensivi di bambini dal colore della pelle gradita alle destre.
Il tutto mentre la signora meloni, nonostante i suoi 20mila euro di stipendio mensili, non ha prodotto altro che un'unica figlia concepita al di fuori dal matrimonio che esibì al raduno anti-gay di Gandolfini.
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