Il partito di Adinolfi all'attacco del centro anti discriminazioni lgbt di Ravenna. Per loro il contrasto alla violenza sarebbe «divisivo»

Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, ritiene che sia da ritenere ingiusto che le tasse dei gay non vengano usate per finanziare i suoi privilegi da maschio eterosessuale bianco che si dice disinteressato alla tutela di chi è vittima di ingiusta discriminazione o di violenze.
Ed è altresì grave sostiene che il contrasto alla violenza sarebbe un "tema divisivo", quasi ritenesse che si possa essere favorevoli alla violenza e alla discriminazione.

Nel suo comunicato stampa, attacca nascita del centro anti discriminazioni lgbt a Ravenna, sostenendo che il partito di Adinolfi si oppone a qualunque progetto possa dare assistenza chi è vittima delle loro quotidiane invettive. Forte del uso essere il tizio che chiedeva che alla ragazzine trans fosse vietato di poter prendere i mezzi pubblici senza essere rese vittime di umiliazioni pubbliche, dichiara:

Non abbiamo alcuna intenzione di farne una questione ideologica ma vogliamo entrarne nel merito: a Ravenna è necessario un cento contro le discriminazioni lgbt? Ha senso richiedere decine di migliaia di euro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e spendere 13.000 di soldi di cittadini ravennati per una simile iniziativa? Quante meritevoli iniziative sociali vivono di risorse proprie senza ricevere un euro dalla giunta De Pascale?

Ricorrendo al solito benaltrismo che tanto piace alla destra, si inventa che 13.000 euro sarebbero troppi se destinati a fornire assistenza alle vittime di odio. E ovviamente si inventa che a pagare le tasse non siano anche le sue vittime, inscenando una evidente polemica ideologica dopo aver negato la natura delle sue parole.

E se basterebbe sfogliare la sua bacheca Facebook per poter constare che l'omofobia esiste ed è tangibile, l'esponente omofobo nega l'esistenza dell'omofobia:

Non rintracciamo un dato reale che siano uno a conferma di questa emergenza tale da far aprire un centro di ascolto e di lotta contro le discriminazioni Lgbt: non lo troviamo perché non esiste e perché la sinistra locale continua a finanziare iniziative divisive che hanno l’unico scopo di dare soddisfazioni alle componenti più estremiste della loro maggioranza. A questo punto che ne dite di spendere questi soldi meglio e lasciare ai privati e alle loro risorse simili iniziative ben distanti dal bene comune?

Fa sorridere che De Carli sostenga che l'odio sia un valore e che vada ritenuto "estremista" chiunque ritenga che la discriminazione vada combattuta anche se il suo partito cerca di usarla per farci soldi. E sinceramente andrebbe capito cosa intenda lui come "bene comune", dato che il suo sognare un mondo in cui le vittime di violenza siano abbandonate a sé stesso pare espressione di un'ideologia che pare aberrante.


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