Il pastore Carollo elogia chi dice che l'omosessualità costituisca peccato e meriti la privazione da ogni diritto

Il pastore evangelico Luigi Carollo parre orgoglioso di aver corrotto i suoi proseliti alla persecuzione dei gay, quasi ritenesse che Dio sia malvagio e pronto ad apprezzare l'istigazione alla discriminazione da lui promossa contro i suoi fratelli.
E così, persino davanti ad un suo semplicistico commento del brano dell'adultera troviamo i suoi proseliti che non vedono l'ora di mostrargli quanto siano omofobi e pronti a dare corda a quel suo sostenere che dai suoi pruriti sessuali dovrebbero derivare privilegi economici, sociali e civili:

Se è pur vero che a sostenere che Dio voglia Salvini sia un suo proselito, è altrettanto vero che il pastore si è subito affrettato a elogiare quell'uscita dando la sua implicita benedizione a quel pensiero:

Se a quella gente non converrebbe invocare la venuta di Gesù dato che pare probabile che loro sarebbero i primi che verrebbero presi a calci da lui, aberrante è la ferocia di una congregazione che elogia chi va in giro a dire che Dio farebbe errori e che chiunque non condivida i pruriti sessuali del loro pastore andrebbe ritenuto un peccatore.
Ma se quell'asserzione pare già aberrante, ancor peggio è il loro sostenere che la loro opinabile idea di "peccato" dovrebbe comportare una privazione dai diritti civili in stile talebano, sognando un regime religioso in cui la legge possa essere usata per imporre il loro pensiero.

Se il pastore Carollo non dedicasse così tanto tempo a predicare la parola di Orban e decidesse di parlare anche di Dio, forse potrebbe spiegare ai suoi proseliti che la loro concezione di "peccato" è pesa dalla reinterpretazione creata in epoca medioevale, dato che il termine biblico indica un qualunque inciampo nella propria realizzazione senza alcuna connotazione negativa. E se l'espressione "di inciampo" si riferisce a qualcosa o qualcuno che impedisce a qualcun altro di avere una relazione con Dio, potremmo dedurne che forse l'unico peccato è un pastore che cerca di usare la sua omofobia per sottrarre Dio a chi è vittima della sua persecuzione ideologica.


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