La maestra dell'olio benedetto torna a cercare il sostegno delle organizzazioni forzanoviste


Pare abbastanza evidente che l'organizzazione forzanovista Provita Onlus voglia allungare le sue nere mani sui bambini. Mentre invocano la sistematica discriminazione degli studenti trans e dicono vhe il genitore omofobo debba poter esigere che i suoi figli siano corrotti all'odio omofobico in nome della presunta "priorità educativa" del genitore teorizzata da Gandolfini, sostengono che ai figli degli altri andrebbero imposte le loro presunte credenze religiose.
Per questo motivo cercano di martirizzare l'insegnante che imponeva preghiere in classe, raccontando la bufala della maestra «sospesa per un’Ave Maria». Una balla, che è fatto appurato che la sua protetta imponesse anche benedizioni con olio santo e costringesse i suoi alunni a costruire rosari, evidentemente incapace di comprendere che a scuola ci si va per studiare e non per pregare. Ed è celebrando le sue gesta che scrivono:



Proponendo la prepotenza della signora Marisa come un esempio che dovrebbe spingere ogni integralista a cercare di imporre le proprie convinzioni ai bambini, è celebrando una docente che cerca il supporto delle organizzazioni forzanoviste contro i diritti costituzionali dei bambini che ci propinano l'ennesima intervista che la signora avrebbe concesso alla loro organizzazione.

La signora dice che lei avrebbe «avuto tanta solidarietà anche dalle colleghe» e che «avevo donato dei rosari anche alle colleghe e tutte lo hanno gradito tant’è che lo avevano indossato alla riunione che si fece all’epoca per dimostrarmi sostegno».
Già qui emerge in maniera chiara l'abitudine della signora a usare i simboli sacri come pretesto per le sue prepotenze, dato che il fatto che lei abbia regalato dei rosari a altre docenti non chiarisce perché ritenesse di poter obbligare dei bambini a costruirli in luoghi che non erano adibiti a quelle attività-

Dicendo che lei confida che i giudici le diano ragione e dicano che lei aveva ogni diritto di imporre rituali religiosi in classe, sostiene che lei sia convinta che i bambini vogliano i suoi rosari: «I bambini ce l’hanno, certo: lo tengono con gioia, come un qualcosa di prezioso. Lo hanno fatto loro del resto. Ed è stato un dono che hanno apprezzato».
E se Jacopo Coghe dice che una integralista deve poter regalare rosari ai bambini, chissà se sosterebbe la stessa cosa se un'insegnante regalasse loro il Corano. Perché se la sua ide avaria secondo convenienza, sarebbe automatico ritenere che stia solo truffando i suoi neri proseliti.
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