L'inaccettabile accanimento di Jacopo Conghe e della banda di Provita contro i minori
La carriera "alias" che tanto suscita le ire dell'organizzazione forzanovista di Jacopo Coghe e di alcuni esponenti di Fratelli d'Italia è una misura banale basata sulla civiltà e sul rispetto. Infatti è una procedura che si limita a permettere alle persone transessuali, che si percepiscono donne e che si vestono da donna, di essere chiamate col nome di elezione in classe.
È una misura che non danneggia nessuno e protegge giovani che potrebbero essere fragili, anteponendo il benessere degli studenti all'odio degli intolleranti. Infatti non è difficile comprendere che una donna possa non desiderare di essere chiamata "Ugo Rossi" durante l'appello solo perché Jacopo Coghe, Maria Rachele Ruiu e Mario Adinolfi contestano il loro diritto all'esistenza.
Quindi sarebbe interessante comprendere quale sia il fine dei tre estremisti. Vogliono che quei giovani siano umiliati a ogni appello? Sperano vengano additati da tutti i bulli? Ambiscono a fargli vivere dei traumi?
Oppure agiscono per mero sadismo, intensionali a far sapere ai loro gigli che i loro genitori provano piacere nell'infliggere inutile violenza a dei minori? Perché a noi pare che solo un cieco odio possa portare tanto accanimento.