L'organizzazione forzanovista Provita Onlus insiste nel difendere la maestra che imponea preghiere in classe
Jacopo Coghe tenga giù le mani dai bambini! Dopo essersi detto eccitato da una Giorgia Meloni che vuole rendere orfani i minori nati contro il volere della sua organizzazione forzanovista e dopo essersi battuto affinché agli studenti trans venisse negato ogni forma di rispetto nelle scuole in virtù di come lui si rifiuti di accettare la loro identità, da giorni chiede che si impongano preghiere e rosari in classe contro il volere dei genitori. Evidentemente anche lui sa bene che la frottola della "priorità educativa dei genitori" è solamente una truffa culturale ideata da Gandolfini che loro usano per propaganda, confidando in quella che i loro finanziatori russi dicono sia l'enorme ignoranza dei loro proseliti.
E così oggi difendono la maestra Marisa, che ieri era andata da Del Debbio a chiedere la protezione di un Mario Adinolfi e di un pastore Carollo che hanno ritenuto che per attentare al principio di laicità dello stato bastasse invocare divieti e censure contro i gay (estranei ai fatti ma sempre presente in chi sogna un "cristianesimo" in stile Putin, ossia del responsabile delle decapitazioni di soldati ucraini registrate in video di rara efferatezza emersi in questi giorni).
Sostenendo che loro avrebbero una intervista "esclusiva" rilasciata dall'insegnante ad un'organizzazione estremista fondata da Forza Nuova, scrivono:
L'organizzazione forzanovista dice che la loro maestra sarebbe stata «addirittura» sospesa, quasi lo ritenessero ingiusto. E raccontano che ci sarebbero state «numerose congetture su sue altre presunte iniziative a carattere religioso in classe davanti ai bambini» ch eperaltro vengono tutte confermate nella loro intervista.
All'organizzazione di estrema destra, la maestra di Oristano racconta:
Nelle due terze i bambini fanno religione cattolica. In questa classe hanno fatto la prima confessione, in quarta, l’altra classe che seguo, stanno facendo la prima comunione. Per questo motivo con loro abbiamo pensato di iniziare con una preghiera le lezioni [...] Ho deciso di fare con i bambini un bracciale con le perline dell’ave Maria, un piccolo rosario. L’avevo già fatto nella mia quarta, l’ora precedente. Avevo le perline e i fili e ho pensato di tenerli così impegnati e in più di fargli un piccolo regalo in occasione del Natale. Nel momento in cui venivano alla cattedra per mettere il gancetto ho detto loro: “Che Dio vi benedica”. I bambini rientrati a casa giustamente hanno fatto vedere il regalino ai genitori. Due mamme si sono quindi lamentate e non hanno gradito il regalo né che si preghi o si cantino canti sacri in aula. Io faccio anche musica con i bambini e confermo, certo, di aver fatto cantare alcuni canti di Natale. Non faccio certo cantare ai bambini le canzoni di Sanremo, magari quelle diseducative con parolacce. Siamo anche educatori del resto.
La maestra dice di aver costretti i bambini a dire «solo un’Ave Maria e un Padre Nostro» prima di usare olii benedetti:
Io non ho usato nessun olio santo per benedire alcuno. L’unica cosa avvenuta è che avevo messo dei gancetti per i braccialetti nella borsa dove portavo con me anche l’olio preso a Medjugorje. Poiché era lì a vista ho spiegato ai bambini anche la storia dell’olio. Aveva un profumo molto forte, i bambini incuriositi hanno voluto odorarlo, lo hanno preso; è stato tutto molto spontaneo, senza situazioni particolari. Mi sono confrontata anche con un sacerdote che mi ha confermato di non aver fatto nulla di male.
Il fatto che la maestra dica che lei si sarebbe confrontata con un sacerdote e che il sacerdote avesse il diritto di decidere se lei aveva il diritto di imporre le sue credenze ai bambini pare una grave ammissione di colpa.
Ovviamente la maestra di lamenta delle mamme che hanno protestato, dicendo che a lei non stava bene andassero dal dirigente scolastico com'era loro diritto fare. Ed ovviamente dice che sbaglierebbero tutti e che l3ei è così convinta delle sue idee da voler usare cavilli legali per sottrarsi alle sue responsabilità:
Vorrei sottolineare che l’ufficio scolastico regionale mi ha convocato per la prima segnalazione e non per la seconda. Legalmente non è giusto e infatti ho presentato ricorso in tribunale. Delle relazioni riportate dal dirigente all’ufficio scolastico non ne era a conoscenza nessuno né i genitori né tantomeno io. Alle famiglie ho detto: fate anche voi accesso agli atti, così vi rendete conto di quello che è stato scritto e riportato.
Ovviamente la maestra dice che il dirigente sarebbe «scomparso», in quell'abitudine delle destre a dire che la colpa delle loro azioni sarebbe sempre di altri. Dice che il dirigente avrebbe fatto «illazioni senza prove» e avrebbe «ingigantito segnalazioni di qualche genitore». Peccato basti leggere ciò che lei stessa ammette di aver fatto per comprendere che la signora non pare aver capito che a scuola si va per studiare e non per pregare, anche se dice che i preti le hanno detto che faceva bene ad usare l'aula per culti religiosi.
Alquanto surreale è anche il suo dire che «sulla questione di altri precedenti episodi probabilmente si riferiscono a quando in classe l’anno scorso presi posizione contro il fumo di sigaretta. Un bambino in quell’occasione fece il gesto di fumare e mi sono sentita in dovere di spiegare che il fumo fa male. Cosa dovevo dire? Forse che il fumo fa bene perché qualche mamma o genitore fuma?».
Con buona pace per la maestra, ci pare evidente che non sia quello il problema.
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