L'ultima sparata da Adinolfi: «Vogliono uccidere chi viene ad ascoltarmi»


In quello che ha la puzza di un reato di procurato allarme condito con il solito reato di diffamazione aggravata, il fondamentalista Mario Adinolfi continua a cercare visibilità facendo leva sul suo inesauribile vittimismo.
In quella sua narrativa in cui la pacifica contestazione di Jesi fosse diventa un «attentato» ai suoi occhi, oggi si inventa che qualcuno vorrebbe uccidere chi assisterà alla presentazione del suo libro. E non è la prima volta che si inventa infondate minacce di morte, dato che già in passato disse di essersi comprato una pistola per prepararsi a freddare inesistenti attentatori.
Peccato che quella sia solo una sua fantasia, dato che alcune persone hanno semplicemente annunciato di voler coonestare la sua ideologia, esercitando un diritto che in democrazia esiste ancora e che viene negato solo nei reali regimi. Tipo in quello del suo amato Putin in cui si va in carcere per un'opinione:



Ad Adinolfi nessuno ha vitato di esprimere le sue aberranti idee. ma se lui pretende di poter andare in giro a dire che le donne vanno costrette con la forza ad obbedirgli, è lecito che qualcuno possa decidere di presentarsi in loro per esprimere il proprio dissenso. Questa è la democrazia, altrimenti vada in Russia dove il suo Putin punità chi dissente e lui avrà garantito il diritto di imporsi con prepotenza agli altri-

Citando a caso anarchici, Pd, cittadine e movimenti femminili, tenta di sostenere che una pacifica contestazione alle sue aberranti ideologia sia un atto criminale da poter equiparare all'omicidio:



Interessante è come Adinolfi irrida il fascismo, accusando chi esprime le proprie idee di essere "fascista" nei confronti di quella persona che portava le sue idee ai raduni fascisti dei tizi che organizzarono il saluto romano al Cimitero Maggiore di Milano.
Ed ad apparire davvero "fascista" è chi vuole imporre alle donne le sue idee su come loro dovrebbero disporre del loro corpo. Il fatto che Adinolfi voglia ribaltare la realtà die fatti è un atto abbastanza opinabile, anche se è improbabile che i suoi proseliti riescano a capire che non ha ragione lui a dire che l'intera vita sarebbe è una prova di forza in cui bisogna tentare di imporsi sull'altro.
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