Ma chi cavolo è Marco Macrì? E perché parla a nome del Salento?

Il problema non è tanto il fatto che un tale Marco Macrì abbia sfruttato la malattia di Silvio Berlusconi per ottenere facile visibilità presentandosi come il tizio che sarebbe arrivato in treno dalla Puglia per farsi fotografare dai giornalisti. A rappresentare un problema è il fatto che non è chiaro con quale diritto il signor Marco Macrì paia volersi arrogare il diritto di rappresentare una parte della Puglia.. Perché un conto è che lui dica di avere venerazione per un politico noto per le sue "cene eleganti" e per le sue leggi ad personam, un altro che è che parli a nome di altri.

Se il signor Macrì ritiene che la sua personale opinione possa essere attribuita ad una intera terra, forse è perché qualcuno gli ha insegnato a ritenere che basti essere prepotenti per imporre il proprio pensiero ad altri. È come quando Adinolfi sostiene di rappresentare i cattolici in un bieco tentativo di attribuire le sue personalissime opinioni a chi non le condivide. Oppure è come quando Coghe ha la pretesa di parlare a nome delle donne. Insomma, una carta destra ritiene sia inutile passare da inutili elezioni che diano un ruolo di rappresentanza, dato che è più facile auto-proclamarsi rappresentanti degli altri per parlare a nome loro.


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