Orfano della veggente Gisella, Adinolfi ripiega su una difesa d'ufficio di suor Rosalina
Ormai orfano della veggente Gisella e della possibilità di andare in televisione ad insultare chiunque denunciasse la sua ormai comprovata truffa, Mario Adinolfi pare aver ripiega su una difesa d'ufficio di suor Rosalina.
Il lager gestito dalla religiosa è stata al centro di un'inchiesta di Fanpage, la quale ha documentato violenze, vessazioni e punizioni di ogni genere inferte agli ospiti della sua comunità. Il metodo "terapeutico" elaborato dalla suora si chiama “cristoterapia” e si basa su giornate scandite da salmi e preghiere: “Se la suora sapeva che non pregavi, ti insultava in tutti i modi”, “la preghiera è obbligatoria”, "in Shalom si sta in ginocchio anche per quattro ore di seguito a fare le adorazioni, persino i bambini sono costretti a farlo", raccontavano le vittime.
Nelle stanze non c’era il riscaldamento, e gli ospiti raccontano di essere stati costretti a mangiare cibo scaduto, come è stato documentato anche dai carabinieri nel 2012. Le sigarette erano razionate a tre al giorno per gli uomini e zero per le donne, dato che la femmina non deve poter fumare.
Forse convinto che basti indossare un abito religioso per ritenersi esonerati dal rispetto della dignità umana, Adinolfi dice che lui può assicurare che la suora (con cui non pare abbia mai avuto rapporti) andrebbe ritenuta estranea ai fatti denunciati dalle sue vittime e dai giornalisti che si sono infiltrati nella sua comunità. E dato che pare avere una propensione all'offesa gratuita, ne approfitta anche per insultare suor Cristina, che nulla ha a che vedere con i fatti.
Da notare è come Adinolfi incentri la sua dialettica su quel "noi contro loro" che fu alla base dell'intera propaganda nazifascista, come pare interessante il so spirito investigativo che, davanti a 42 indagati in dieci anni, gli fa dedurre che tutto vada bene.
Chissà se Adinolfi avrà visto il video di Fanpage o se parla per partito preso, dato che parrebbe voler sostenere che per guarire dalla tossicodipendenza o da malattie psichiatriche la giusta terapia sarebbero idranti di acqua gelida, calci nei testicoli o girare in tondo con la carriola. Ovviamente pare andargli bene anche una suora manesca che impone preghiere.
E ci spiace per Adinolfi, ma gli andrebbe ricordato che suor Cristina non ha mail alzato le mani su dei poveri innocenti. Suor Cristina non ha umiliato dei ragazzi. Suor Cristina non ha usato la prepotenza e la violenza come metodo di rispetto e di insegnamento. E suor Cristina non ci risulta abbia creato un lager.
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