Pillon elogia i vandali di Rimini: «Mi hanno risparmiato il viaggio. Era immondezza»
A Rimini, alcuni vandali hanno agito nella motte per vandalizzare un murales che raffigurava un uomo trans che allattava un bambino. L'opera era stata autorizzata dal comune ed era stata realizzata in uno degli spazi messi a disposizione gratuitamente a un gruppo di street artist riminesi, per esprimere la propria arte in città.
Ciò comporta che l'ex senatore leghista Simone Pillon stia offrendo falsa testimonianza mentre cerca di corrompere all'odio i suoi neri seguaci. Infatti nessun writer ha «imbrattato» il muro e quei delinquerti che hanno deturpato l'opera non sono certamente «santi» come lui lui nel suo elogio a dei delinquenti e nel suo solito abuso della religione come presto per l'odio.
E se Pillon dichiara che lui avrebbe voluto delinquere in prima persona per censurare la liberà di espressione altrui, suscita un certo imbarazzo il suo divertissi ad insultare le persone trans definendo «porcherie» e «immondezza» ciò che la rappresenta. E citare quello Sgarbi che va in televisione a dire che le nostre figlia sarebbero «trie» non migliora la sua situazione:
Non pare normale che un ex senatore inciti i suoi proseliti ad atti illegali atti a limitare e censurare la libertà di espressione altrui. E neppure pare normale possa vantarsi del suo incitare odio contro interi gruppi sociali dopo aver affossato la norma che avrebbe difeso le sue vittime dalla sua violenza.
L'opera era stata già attaccata dalla Lega e, in particolare, proprio dall'ex soial manager di Pillon: «C’è sempre un Montevecchi di turno che, invece di domandarsi perché cancellare le parole straniere nel nome di una italianissima autarchia, chiede di passare una mano di vernice sulla storia, sulle storie, sull’arte, riuscita o meno fa poca differenza, nel nome di un proprio pensiero», dichiarava il sindaco della città. «Se avesse vissuto in quel periodo storico, l’avrebbe fatto sicuramente anche con Caravaggio e Michelangelo».
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