Adinolfi è certo che la "famiglia" si faccia solo con repressione e costrizioni?
Sarebbe interessante capire cosa pensino le figlie di Mario Adinolfi davanti ad un padre che chiede che lo stato vieti loro ogni diritto di scelta. Fatto sta che il fondamentalista romano continua a chiedere che leggi liberticide che costringano le donne a partorire, chiarendo che a lui servono i loro figli perché vuole che gli paghino la pensione.
E se contro i gay si inventa che qualcuno "comprerebbe" i bambini, contro le donne ceca di fomentare odio asserendo che loro li "ucciderebbero". Naturalmente il suo "ragionamento" non prende mai in considerazione il fatto che i figli vadano cresciuti, anche perché poi diventerebbe facile constatare che il suo volerli togliere a chi li vuole per imporli a chi non le vuole non paia un'idea particolarmente furba.
Auspicando che la sua Giorgia Meloni possa calpestare il volere popolare espresso per via referendaria e possa imporre una dittatura delle minoranze che vieti ogni libertà a lui sgradita, è cercando di vendere il suo libricino che scrive:
In Francia il diritto all'aborto è riconosciuto dal 1975. Con una media di 1,84 bambini per donna, attualmente è in cima alla classifica europea con il più alto tasso di fertilità. Ciò pare sbugiardare la teoria di Adinofli sul fatto che servano limitazioni alle libertà e imposizioni violente per ottenere i bambini che a lui servono per garantirsi i suoi privilegi.
Eppure, anche se appare evidente che la destra ami proporre imposizioni togliere libertà, tutto fa pensare che la correlazione inventata da Adinolfi sia solo una truffa. D'altronde è complicato creare condizioni di benessere che favoriscano le nascite, mentre è tanto facile urlare che loro vorrebbero costringere le donne con la forza a fare quello che dicono loro.