Adinolfi santifica i poliziotti picchiatori di Milano, insultando la vittima
Mario Adinolfi sarà anche un omofobo che cerca di fare soldi facili con l'istigazione alla discriminazione, ma sinceramente pare davvero osceno trovarlo capace di difendere gli agenti di polizia che hanno brutalmente picchiato una donna trans per le strade di Milano.
Ovviamente una simile violenza sarebbe stata ingiustificata contro chiunque, ma l'identità della vittima pare il motivo del suo incondizionato elogio alla violenza, sottolineato dal suo parlare al maschile di una donna trans in modo da calpestare la sua dignità e la sua identità per il sadico piacere di neonazisti e simpatizzanti di Putin:
Forse non dovrebbe stupirci che Adinolfi privi eccitazione davanti alla più feroce violenza, dato che nel 2022 invitava gli intolleranti a «riempire di botte» le donne trans, cosa che quegli agenti hanno messo in pratica. Da qui pare comprensibile la sua eccitazione per chi picchia e aggredisce le persone proprio come lui invitava a fare.
Naturalmente si è premurato anche di diffondere una ricostruzione già smentita dalla Procura, provando ad accostare le donne trans all'Aids esattamente come in passato tentò di accomunare i gay alla pedofilia. Tutto questo nell'evidente speranza che la sua falsa testimonianza possa veicolare l'idea che il sedicente "cristiano" abbia ogni diritto di picchiare brutalmente, manganellare e usare il teaser contro una donna trans che lui si diverte ad offendere attraverso un ignobile ricorso al maschile.
Secondo la Procura, quel brutale pestaggio sarebbe conseguenza di accuse per schiamazzi. False sarebbero anche le accuse inventate dalla propaganda di destra che hanno tentato di sostenere che la donna mostrasse i genitali ai bambini. Ma tanto fa comodo a chi vuole sostenere che contestare un ministro sia squadrismo mentre il manganellare per strada sua reazione legittima.