Porro e Santanché invocano una censura alla libertà artistica


La destra odia il 25 aprile e mostra nervosimo verso il primo maggio, ma ritiene che la religione sia cosa loro e vada abusata a fini di propaganda elettorale. Senza spiegarci come possa considerarsi "cattolico" chi cerca consensi sull'odio etnico, la signora Santanché tenta di sostenere che la religione da lei professata (al contrario delle altre) dovrebbe avere il privilegio di essere esento da critiche e arte. E naturalmente dice anche che essere omosessuali sia un'offesa:



Apprendiamo così che la signora Santanché ha deciso che andrebbe punito chi non dice che Gesù fosse bianco, eterosessuale ed elettore di destra come loro lo dipingono.
Ovviamente dichiara che "la produzione artistica deve essere libera, ma…", con quel "ma" che lascia chiaramente intendere che la libertà vada relegata nei confini della loro censura.

Citando Matteo Salvini, anche il solito Nicola Porro urla che a loro mon piace che gli altri possano manifestare libertà di espressione:



Anche Porro non spiega perché dica che il solo pensare che Dio non condividesse i pruriti sessuali di Salvini sarebbe offensivo. Ma i suoi proseliti dicono che in un'Europa a maggioranza cristiana loro borrebbero critiche a Maometto che compiacciano il loro odio religioso:



Peccato che ad opporsi alle leggi su eutanasia e matrimoni egualitari sia gente che si dice "cristiana", non persone che citano Maometto. Ma in fondo Porro, Lega e Fratelli d'Italia cercano di usare ogni pretesto per creare odio e false contrapposizioni con cui lacerare il tessuto sociale nel tentativo di trarne un profitto.
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