Il pastore evangelico osanna la Meloni: «Benissimo a non dare genitorialità alle coppie omosessuali»


Il pastore evangelico Luigi Carollo dichiarò di aver denunciato quanti osarono criticare la sua decisione di usare la figlia minorenne all'interno della sua campagna a sostegno dei crimini d'odio, sostenendo che un padre deve poter disporre liberamente dei propri figli perché lui sostiene che nessuno debba poter poter mettere becco sulla modalità in cui i minori vengono usati dai propri familiari.
Forse ignaro di come Gesù invitasse a non fare agli altri ciò che non si vuole venga fatto a sé stessi, il pastore pare avere idee molto diverse quando si tratta dei figli altrui. In particolare, si dice eccitato da una Giorgia Meloni che priva di pari diritti i figli dei gay, che strappa i genitori ai bambini a lui sgraditi e che cerca visibilità promettendo di vietare ciò he in Italia è già vietato.

Nonostante la stragrande maggioranza delle coppie che accede alla GpA sia eterosessuale, il pastore chiarisce che lui venera Giorgia Meloni perché prova piacere davanti a chi vuole imporre leggi che vietino ai gay di poter essere genitori, così che la genitorialità sia resa un privilegio riservato a chi condivide i suoi medesimi pruriti sessuali:



Più occupato predicare la parola della Meloni e di Orban che i Vangeli, il pastore chiarisce anche che lui sogna un mondo in cui ai gay venga vietato di poter avere figli. A detta sua, i figli spettano unicamente a chi fa sesso con una (o più) donne e che magari scrive messaggi a sostegno die reati d'odio sui loro pannolini al fine di ottenere ospitate televisive per intercessione delle organizzazioni forzanoviste finanziate da Mosca.
E così, il pastore pare confermare che il Governo stia puntando ad ottenere i voti di quanti si compiacciono davanti alla discriminazione e di quanti sono pronti a pagare maggiori accise pur di nutrire la loro fame di discriminazione attraverso atti che hanno l'unico scopo di danneggiare la vita e la famiglia dei gruppi che risultano vittima della loro perenne aggressione.
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