Roccella difende gli orrendi manifesti di Provita che calpestano la dignità dei bambini
Eugenia Roccella difende a none del Governo Meloni quegli osceni ed aberranti manifesti affissi da Provita Onlus in cui si calpestava la dignità umana paragonando dei bambini a prodotti da supermercato.
Chiarendo a cosa si riferivano gli altri stati europei quando il Parlamento Europeo ha condannato la retorica omofoba promossa dal loro governo, la ministra ha duramente criticato l'applicazione del regolamento di Roma sulle affissioni pubbliche che ha comportato la rimozione di quegli abomini dalle strade della capitale.
Come spiegava la presidente della commissione capitolina, Michela Cicculli, quelle porcherie non potevano trovare spazio in una società civile:
I manifesti sono in contraddizione con il regolamento delle affissioni che proibisce contenuti violenti e lesivi del rispetto delle libertà e dei diritti delle persone. Viene infatti rappresentato un neonato posto all’interno di un barattolo con relativa etichetta ed evidente mercificazione del corpo del minore. Qui parliamo di bambin* cittadin* di Roma, che si vedono rappresentati in questo modo, cui poco importa del dibattito interno all’opinione pubblica. È nostro dovere tutelare loro e le loro famiglie da ogni forma di violenza al di là di come, quando e dove siano nati. La commissione ritiene che tali contenuti siano inaccettabili, non può essere tollerata la diffusione di messaggi discriminatori sul territorio di Roma Capitale e ci auguriamo la massima collaborazione in questo senso da parte degli uffici. Abbiamo convenuto sulla necessità di individuare strumenti per un intervento più tempestivo attraverso la puntuale applicazione del regolamento che è uno strumento del tutto adeguato a tal fine. Si è discusso anche, per il futuro, di valutare eventuali modifiche.
In occasione della giornata contro l’omobitransfobia, la ministra roccella ha deciso di condannare quella tutela dei diritti delle minoranze sgradite ai gruppi forzanovisti, attaccando la giunta comunale:
La decisione del Comune di Roma di far rimuovere i manifesti contro l’utero in affitto è molto grave, e denota una preoccupante volontà di censura politica e un altrettanto allarmante tasso di illiberalità“, ha dichiarato Roccella all’Ansa. “È una decisione grave perché censura non una pubblicità commerciale ma una iniziativa di partecipazione politica, finalizzata a una campagna di raccolta di firme. Per il sindaco Gualtieri i cittadini romani non devono essere informati su questa iniziativa, che è tra l’altro a sostegno di una proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento. Quanto al merito, visto che il Campidoglio invoca il rispetto delle persone e della loro dignità, ricordiamo che a ledere la dignità delle donne e a fare dei bambini un oggetto è proprio l’utero in affitto, di cui in Italia sono reato sia la pratica che la propaganda. Se davvero vuole battersi contro la mercificazione del corpo, il sindaco Gualtieri dovrebbe andare ad affiggere i manifesti in prima persona, schierandosi con le donne che difendono la libertà e l’inviolabilità del corpo femminile.
Se è davvero mortificante che la ministra che dovrebbe tutelare le pari opportunità citi a pappagallo le pretese dei gruppi che cercando di ottenere la sistematica discriminazione di altri cittadini, la sua uscita è stata l'ennesima occasione che ha portato Jacopo Coghe ad invitare i propri finanziatori a votare Fratelli d'Italia in quanto partito che si oppone ai diritti delle vittime dei loro attacchi.
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