Sempre peggio. Ora Adinolfi si improvvisa pure avvocato di Arisa in un violento attacco ai gay
Chissà se intesteranno ad Arisa i campi di sterminio per gay che la destra pare intenzionata ad istituire per "vendicare" la sua scelta di rinunciare a partecipare ai Pride di Milano e Roma nel timore di essere contestata. E se loro si vantano di aver cacciato Fazio, ora urlano che i gay andrebbero costretti con la forza ad invitare sui loro palchi chi spalleggia politici omofobi che minacciano lero vite e le loro famiglie.
Avvezzi a veicolare un pensiero unico gradito alla propaganda, tutti i giornali filo-governativi hanno deciso di veicolare l'idea che il mondo lgbt vada ritenuto «violento».
Per veicolare quel messaggio e contribuire a creare odio, Il Giornale sostiene che a rappresentare Arisa debba essere Mario Adinolfi. Quello stesso Mario Adinolfi che copriva di insulti la cantante quando lei disse di volere un figlio.
Falsificando i fatti, Il Giornale si inventa che i gay avrebbero costretto la cantante a non presentarsi. Cosa che peraltro sarebbe stato legittimo, dato che non si risulta che esista un obbligo a pagare gli artisti che supportano il Governo Meloni:
Ore particolarmente delicate per Arisa, finita nel mirino del mondo arcobaleno. Rea di aver speso parole di apprezzamento nei confronti del premier Meloni, la cantante è stata subissata di insulti da parte degli anti-democratici del mondo Lgbt e le è stato intimato di non presentarsi al Gay Pride di Milano per evitare reazioni scomposte. Tante le manifestazioni di solidarietà nei confronti dell’artista, difesa a spada tratta anche da Mario Adinolfi: “Quello che è successo ad Arisa è quello che subisco ogni giorno sulla mia pelle. Il mondo Lgbt, nella sua formalità associativa, è un mondo violento: 'O sei con me, o sei contro di me' e chi non ha la tendenza ad assoggettarsi subisce intimidazioni e deve essere silenziato”, le sue parole all'Adnkronos.
Se Adinolfi ama molto fare polemica sul nulla, pare evidente che chi dice di non voler stare dalla parte dei diritti delle persone lgbt non sia gradito a rappresentare le istanze della comunità. D'altronde non ci risulta che Adinofli inviti gay ai suoi raduni omofobi. E subito, mostrando un certo razzismo
nei confronti della gente del sud, Adinofli dice che Arisa dovrebbe scegliere la strada dell'omofobia e unirsi a lui nella sua guerriglia contro i diritti civili in quanto meridionale:
Come anticipato, gli organizzatori dell’evento arcobaleno hanno spinto Arisa a fare un passo indietro, una decisione pienamente condivisa da Adinolfi: “Arisa fa bene a non andare al Gay Pride ma a questo punto dovrebbe iniziare a riflettere un po' su chi è lei, una donna del sud che ha dei valori molto solidi alle spalle e quei valori secondo me sono anche la cifra della sua dimensione artistica. Rincorrere le mode, e lo dico a tutti gli artisti, solo perché in questo momento sembra vantaggioso è un errore, perché poi le mode cambiano. Può essere un grave errore strategico”.
Se fa sorridere che Adinolfi sostenga che la natura sia una moda e che verrà il giorno in cui tutti saranno omofobi come lo è lui, il fondamentalista romano che dice di trovare ispirazioni nelle leggi del Qatar aggiunge:
“Lei si è sfilata dalla posizione del mondo Lgbt dicendo che non è una pratica che può essere accettabile. Il punto cruciale però è che Arisa non ha espresso una posizione conflittuale ma semplicemente non si è assoggettata alle 'tavole della legge Lgbt' ed è una cosa impressionante che coloro che si dichiarano 'inclusivi' non accettino che si possano avere opinioni diverse dalle loro”. Per il politico il mondo Lgbt include solo chi si assoggetta, ponendo l’accento sulla violenza della stessa parola ‘inclusività’: “Quando tu dici 'inclusività' intendi che c'è un soggetto che decide chi includere e inevitabilmente nella parola 'inclusivo’ c'è anche chi viene escluso”.
Insomma, il fondamentalista sostiene che per essere "inclusivi" si dovrebbe invitare lo stupratore ad andare nella camera da letto della figlia. Come no. E pare pure orgoglioso di quello che ha detto:
In realtà Adinolfi non ha "difeso" proprio nessuno, ha semplicemente usato una donna vittima delle sue invettive pèer promuovere nuove invettive che possano danneggiare la vita di altre persone.