Dopo i gay, Rovera passa ad attaccare anche gli immigrati
Oltre a firmare innumerevoli articoli di istigazione alla discriminazione omofoba, il signor Andrea Elia Rovera pare nutrire un certo astio anche verso gli immigrati. E così, ora pare voler sostenere che tutti gli immigrati sarebbero dei criminali.
Come pretesto per quella teoria, Rovera sceglie di cavalcare quel "femminicidio" di cui la destra nostrana è solita negare l'esistenza ogni volta che l'assassino è un maschio bianco di religione cattolica di origini italiane:
Nel suo articolo, dichiara:
Parliamo sempre più spesso di violenza sulle donne. Parliamo con una naturalezza incresciosa di femminicidio. Ci stracciamo le vesti dinanzi alle molestie domestiche. Tutto questo non basta, non basta più! Una settimana fa, grazie ad un’operazione sinergica fra le Forze di Polizia Europee, in quel di Civitavecchia gli Agenti della Polizia Ferroviaria (Polfer), coadiuvati dai colleghi del Commissariato di Pubblica Sicurezza e della Polizia di Frontiera, “hanno rintracciato e messo in sicurezza un cittadino tunisino di 40 anni, con al seguito la propria figlia minore, sospettato, in Francia, di aver ucciso la propria compagna e rapito la bambina”.
Dato che Rovera non è solito occuparsi di omicidi o di rapimenti, tutto fa pensare che ad interessarlo sia soprattutto il fatto che l'indagato sia tunisino. Ed infatti non tarda ad affermare:
Sempre più immigrati pongono in essere condotte come quelle poc’anzi descritte ed è venuto il momento che l’Unione Europea e la Sinistra italiana ne prendano atto.
Se la Polizia non fosse stata così tempestiva ed efficace, probabilmente, saremmo a parlare di un delinquente a piede libero con al seguito una minore in evidente stato di pericolo. Torneremo senz’altro sul tema con la consapevolezza che il tema dell’immigrazione ci costringerà a fare ulteriori e necessari approfondimenti.
Insomma, davanti ad un singolo caso, Roveda cerca di criminalizzare miliardi di cittadini sulla base della loro etnia. Ed ovviamente dice che lui non li vuole perché teme possano disturbare le sacre esequie dell'evasore fiscale a cui il Governo Meloni ha concesso pure il lutto nazionale in eterna memoria dei suoi bunga-bunga e delle sue frequentazioni di ragazzine minorenni.
La ricostruzione di Roveda pare anche molto superficiale. Sarà che lui appare particolarmente interessato all'etnia del presunto assassino, ma forse ci sarebbe da domandarsi come sia stato possibile che l'uomo sia stato lasciato libero di strangolare la moglie dopo che lei lo aveva denunciato due volte per violenza domestica nel 2021.
Ma forse una simile domanda distoglierebbe l'attenzione dal fine del suo racconto. Ed appare curiosa anche la teoria del rapimento, dato che la bimba era figlia di Malek Younes ma non della donna morta. La bambina era infatti nata in Germania da una precedente relazione dell'uomo con una donna che oggi vive in Italia. Ma osservare che l'italiana abbia lasciato la figlia a Younes ci distoglierebbe dal fine del suo racconto, dato che lui lo vuole dipingere come un pericolo per la minore anche se era suo padre ed era l'unica figura legata biologicamente alla minore. Ma forse la biologia conta solo quando Eugenia Roccella vuole rendere orfani i figli dei gay...
L'uomo ha confermato di aver strangolato la 29enne a Dunkerque, ma avrebbe anche mostrato una cicatrice sul volto che sostiene gli sia stata inferta dalla donna con un coltello. Ed anche qui la dinamica farebbe pensare che Roveda stia anticipando un po' troppo le sue sentenze di condanna, forse ritenendo che un immigrato sia colpevole a prescindere.
Insomma, siamo davanti ad una brutta vicenda su cui le autorità dovranno fare chiarezza, ma sarebbe d'uopo trattarlo come un caso che merita giustizia e non come un pretesto propagandistico con cui chiedere leggi razziste.