È morto Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. è morto presso l'ospedale San Raffaele di Milano all'età di 86 anni. Era ricoverato da venerdì scorso per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva.
Nato in una famiglia borghese di Milano nel 1936, si è laureato in Giurisprudenza all'Università Statale del capoluogo lombardo. La sua carriera inizia prima come animatore e musicista sulle navi da crociera, poi come immobiliarista. Fondò Milano 2, contribuendo alla fondazione dell'ospedale in cui oggi è morto. La costruzione dell'ospedale costrinse l'aeroporto di Linate ad invertire le piste, poiché la legge vietava di sorvolare un ospedale: ciò contribuì ad accrescere il valore dei terreni di Milano 2 dato che gli aerei non potevano più l'area. Ovviamente fece crollare i prezzi di chi si trovò con la casa sulla nuova pista di atterraggio.
Nel 1977 viene nominato Cavaliere del Lavoro. Nel 1978, con l'avvio di Fininvest, entrò nel mondo dei media. A lui si deve la fondazione di Canale 5 e l'acquisizione di Italia 1 e Rete 4. Tra gli anni '80 e '90, si lancia nel mondo dell'editoria, della grande distribuzione, delle assicurazioni e della finanza.
Nel 1993 scese in politica. Nel 1994 divenne Presidente del Consiglio.
Ha avuto due mogli: Carla Elvira Lucia Dall'Oglio e Veronica Lario. Poi ha iniziato ad intrattenere svariate relazioni sentimentali con donne molto più giovani: dal 2020 era legato sentimentalmente a Marta Fascina.
Nel corso della sua carriera, Berlusconi è stato coinvolto in oltre 30 processi, alcuni ancora in corso. Ebbe una condanna definitiva per frode fiscale nel 2013 nell'ambito del processo Mediaset e scontò la pena con i servizi sociali in una casa di riposo. Fu indagato anche per processi per la trattativa Stato-Mafia, il caso Bunga-Bunga nella villa di Arcore e quello delle Olgettine.
Nel 2010, mentre replicava ad alcune alle accuse riguardanti Ruby Rubacuori, dichiarò: «Quello che ho fatto è stato per bontà, poi se a volte mi capita di guardare una bella ragazza… meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay».
Nel 2005, sostenne che «in Italia sono santificati solo i comunisti e i gay» e nel 2006 attaccò i PACS dichiarando: «Le unioni di fatto non si possono negare, ma non c’è bisogno di intervenire con una legge. Meglio regolamentarli attraverso il codice civile».
Nel 2008 dichiarò: «Meglio occuparci di infrastrutture e trasporti che di omosessualità» e nel 2009, dinanzi agli operai che all’Aquila lavoravano dopo il terremoto, affermò: «Ragazzi se tutto va bene mi sa che veramente ve le porto le veline, le minorenni, altrimenti ci prendono tutti per gay».
Nel 2011 dichiarò: «In tutti noi c’è un 25% di omosessualità. Ce l’ho anch’io. Solo che dopo un approfondito esame, ho scoperto che la mia omosessualità è… lesbica». «Io non ho niente contro gli omosessuali. Anzi, il contrario: più omosessuali ci sono in giro, minore è la concorrenza», aggiunse nel 2012.
Nel 2014 fu la volta del «sono assolutamente d’accordo per una regolamentazione nel codice civile dei rapporti delle coppie di fatto, non posso, per religione e per radici nel nostro elettorato, essere d’accordo con il matrimonio gay, credo che i tempi non siano maturi, anche se ho grande rispetto per chi si ama, per chi sta insieme». Nel 2018, dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, minacciò di volerla modificare: «Sono leggi sbagliate, alle quali ci siamo opposti con chiarezza, pur rispettando la libertà di coscienza dei nostri parlamentari su temi etici così complessi e delicati. Non abbiamo cambiato idea, quindi è naturale che nella prossima legislatura, se come credo avremo la maggioranza, le modificheremo. Questo non significa necessariamente tornare alla situazione di prima; significa, per quanto riguarda le unioni civili, definire chiaramente la funzione sociale del matrimonio fra un uomo e una donna, orientato alla procreazione e all’educazione della prole».
Nel 2020 attaccò anche il DDL Zan: «La legge sull’Omofobia rappresenta un passo indietro sul piano della libertà d’espressione che un movimento liberale come Forza Italia non può condividere né sostenere“. “In questi giorni i nostri rappresentanti in Commissione Giustizia alla Camera hanno svolto un prezioso lavoro per limitare i danni della nuova disciplina, ma il testo è comunque lontanissimo dalla nostra cultura giuridica dei diritti e delle garanzie. Per questo il voto di Forza Italia non potrà che essere contrario».
Nel 2022 attaccò Peppa Pig per aver presentato due mamme in una puntata: «Una cosa è rispettare tutti gli stili di vita e gli orientamenti affettivi, che meritano pari diritti e dignità, altro è proporre ai bambini modelli volti a condizionarli. Il caso del cartone animato Peppa Pig, trasmesso dal servizio pubblico, si inserisce in questo clima culturale sbagliato».