Il Cai non vuole installare nuovi croci sui monti. Santanché e Salvini protestano
In pochi mesi, il CAI ha votato per cancellare il nome di Mussolini dall'albo dei soci onorari e ha rinominato la ferrata “Brizio” in “Ferrata dei Ginepri”. Infatti Guido Brizio, convinto esecutore delle leggi razziali, disposte l’epurazione di tutti i soci ebrei nel '39.
Ora che hanno proposto di «di lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo di evitare l’istallazione di nuovi simboli sulle cime». Ma ovviamente la destra ha dato di matto, urlando che loro esigono he si impongano i loro simboli identitari da "cristiani" che baciano i baciare rosari mentre i migranti affogano o che brndiscono la Bibbia per giustificare le discrimini
Ad attaccare il Cai è la ministra Santanché, che al posto di d'omettersi per i recenti scandali preferisce urlare che lei vuole nuove croci sui manti:
A lei si è subito unito il ministro Salvini, noto per ils uo uso propaggandistico di rosari e crocefissi: «Rispetto le idee di tutti, amo la montagna e penso che il Cai faccia un lavoro enorme per tutelarla e valorizzarla. Penso però che la proposta di 'vietare' il Crocifisso in montagna perché 'divisivo e anacronistico' sia una sciocchezza, senza cuore e senza senso, che nega la nostra Storia, la nostra cultura, il nostro passato e il nostro futuro».
Ad oggi, è solo grazie al Cai che i sentieri montani vengono preservati o che le ferrate siano tenute in sicurezza. Il fatto che le destre vogliano imporgli la costruzione di crocefissi da imporre a chi ha altre credenze ci modtra il livello di ideologia che li anima.