Jacopo Coghe rosica davanti al patrocinio al Lazio Pride

Jacopo Coghe sostiene che tutti gli elettori di Fratelli d'Italia si riconoscerebbero in lui e che lui possa parlare a nome loro. Curioso, dato che non si è mai presentato alle urne per verificare se le cose stanno davvero come sostiene lui.
Convinto che inveire contro la GpA lo legittimerebbe a sostenere che gli elettori della Meloni vogliano discriminazione, omofobia e impunità per chi commette reati d'odio, scrive:

Naturalmente Tiziano Ferro non ha "ricattato" nessuno, dato che l'unico che pare voler ricattare la sindaca è proprio Coghe. Ed è svilente il suo sostenere che Giorgia Meloni dovrebbe punire chi non è omofobo quanto vorrebbero quelle organizzazioni forzanoviste che pretendono di comandarla a bacchetta.
Quindi passi passi quando gli esponenti di Fratelli d'Italia risultano collusi con la 'ndrangheta, passi quando risultano corrotti o quando hanno un passato impresentabile, l'importante è che neghono ogni patrocinio ai Pride!

E se Coghe sosteva che i crimini d'odio fossero "libertà di espressione", interessante è come invochi un reato di opinione che punisca chi sostiene i diritti civili, difende il diritto di scelta delle donne e si propone di offrire una famiglia agli orfani.


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