Jacopo Coghe tenta di abusare del cadavere di Giulia Tramontano per ottenere un divieto alla libertà di scelta delle donne

Jacopo Coghe, in qualità di esponente dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, si è strenuamente opposto ad ogni iniziativa educativa mirasse a contrastare la violenza di genere. Ha persino chiesto a Lega e a Fratelli d'Italia di opporsi all'adozione della Convenzione d’Istanbul, ossia un progetto di contrasto alla violenza sulle donne. Ma al posto di ritenersi in un qualche modo responsabile per il barbaro femminicidio di Giulia Tramontano, tenta di sfruttare il suo cadavere per sostenere che le donne vadano private da ogni diritto di scelta:

Il suo fine pare evidente: sfruttare l'indignazione per un barbaro omicidio compiuto da un uomo eterosessuale bianco per attaccare l'Articolo 1 del Codice Civile. Al posto di parlare di un "papà" cristiano conforme ai loro dogmi, è cercando si cavalcare il giustizialismo di una certa destra che chiede che l'uomo sia condannato anche per la morte di un feto. Ed è quello che gli interessa, dato che il suo chiedere che sia concessa identità giuridica ad un feto gli permetterebbe di imporre un divieto totale al diritto di aborto. Le donne potranno essere costrette a far nascere figli non voluti, i figli dei loro stupratori o malati che soffriranno terribili sofferenze prima di una certa morte.


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