L'ultima di Salvini: «Roma Pride fa propaganda dell'utero in affitto»
Un conto è che Jacopo Coghe mistifichi il manifesto del Roma Pride per incitare i loro proseliti a quell'omofobia che rappresenta la loro principale fonte di reddito, un altro è che il ministro Salvini gli vada dietro.
Eppure, a fronte di un manifesto che chiede semplicemente una seria discussione sulla GpA solidale, ossia gratuita e priva di qualsivoglia possibile sfruttamento, il padano si mette ad urlare che il Roma Pride farebbe «propaganda all'utero in affitto». E se è indicativo che il ministro usi i neologismi coniati dalle lobby forzanoviste, ancor più assurdo è parli di "affitto" in casi che non prevedono passaggio di denaro, contrariamente all'affitto di donne che lui proponeva con la sua richiesta di riaprire le case chiuse.
Proponendosi come l'esponente delle istituzioni si presta a rilanciare la peggior propaganda delle organizzazioni di estrema destra con cui lui ha siglato accordi elettorali, il padano scrive:
D'altronde Salvini è quello che vuole le scuse della sinistra dopo che i giudici, nella loro richiesta di archiviazione, hanno scritto nero su bianco che “gli atti posti in essere erano inequivocabilmente diretti verso l'obiettivo finale di finanziare illecitamente il partito per la trattativa avvenuta all'interno dell'hotel di Mosca". Ed è anche qui strano che voglia le scuse delle opposizioni solo perché i giudici non sono riusciti a trovare i corrotti dopo aver "inequivocabilmente" provato il fine dell'incontro:
Insomma, esiste una verità vera e una "verità" secondo Salvini, che spesso non pare combaciare con i fatti appurabili. Ed è quasi comico assistere al creatore della "bestia" che si lancia nell'accusare qualcuno di "propaganda" solo perché si chiede un dibattito serio al posto di leggi propagandistiche abbozzate secondo il volere delle lobby vicine a Mosca.