Pillon continua ad abusare di Gesù per promuovere discriminazione: «Roma Pride promuove utero in affitto e blasfemia»


L'ex senatore leghista Simone Pillon esultò come un pazzo quando riuscì ad affossare una norma che avrebbe protetto migliaia di cittadini dai reati d'odio. Quindi non stupisce esulti perché il presidente meloniano di Regione Lazio ha ritirato il patrocinio al Roma Pride su richiesta dei suoi amici dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus.
Ma se l'astio di Pillon contro le persone lgbt è noto, davvero non si comprende come il leghista si permetta di diffamare centinaia di migliaia di manifestanti asserendo che il Roma Pride «promuove l'utero in affitto e la blasfemia».



Sarà che a lui piace un mondo nominare il nome di Dio invano e calpestare il suo nome come mezzo di incitamento all'odio, ma il suo accusare miglia di persone di «blasfemia» e «inferiorità» è inaccettabile. Come si permette. Vogliamo forse parlare di quanto appaia blasfemo il suo attribuire a Dio i suoi più perversi pensieri omofobi e il suo disprezzo verso il prossimo?
Gli suggeriremmo di vergognarsi, ma non è detto che una persona che scrive certe cose possa essere capace di quel sentimento. Anche perché è falso che il manifesto del Roma Pride miri a "promuovere" quella GpA che lui chiama "utero in affitto" ed è falso che "promuova la blasfemia" come lui sostiene.

Sarebbe interessante capire anche chi sarebbe quel "noi" e quali sarebbero le cose di meglio da fare a cui accenna. Forse la proposta di Salvini per la legalizzazione della prostituzione che permetterebbe a tanti leghisti di potersi affittare una donna dopo messa? Oppure la sua prioria quella di danneggiare i figli dei gay per rendere il criminale Putin fiero delle sue opere?
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