Porro attacca Gramellini irridendo la vittima del pestaggio di Milano: «Dice che viadone che si sente una ragazza è una ragazza»


Evidentemente a Nicola Porro piace il cannibalismo. Se ieri diceva che il suo Max De Papa si era «cucinato» Paola Egonu accusandola di razzismo verso i razzisti, oggi dice che il suo Del Papa si sarebbe «cucinato» pure Gramellini:



Il favorito di Porro è un tale che insulta tutti e che scrive frasi sconnesse quasi ritenesse di parlare ad un pubblico di deficienti. Ed è tra le solite offese gratuite che Del papa dice che Grammellini andrebbe odiato perché non calpesta la dignità delle donne trans e non sostiene la polizia che picchia brutalmente una donna per qualche schiamazzo. Ovviamente cerca anche di far intendere che la polizia picchierebbe i cittadini pensano di bambini:

Le notizie sono due, una dentro l’altra: la prima è che Gramellini trasloca pure lui, da Rai 3 a La7. Anche se è una notizia ribollita perché s’era capito. La seconda, quella vera, è che Gramellini se lo litigano, ma lì forse è questione di impresari, di quei Risiko televisivi che per gli addetti sono chiari ma a noi poveri provinciali continuano a riuscire ostici e anche agnostici. Tutto quel perbenismo, quel moralismo. Il viadone che si sente una ragazza e allora è una ragazza. Che ha dato di matto davanti a una scuola ma lui non sa “proprio che avrebbe fatto di male”, e magari se lo facesse spiegare da un giornalista anche di terza scelta.

Se la donna trans picchiata a Milano è una donna, difficile è ritenere che gli scribacchini di Porro possano essere definiti "giornalisti" solo perché loro si sentono tali. Infatti i sloro scritti parrebbero violare praticamente ogni singola norma del codice deontologico.

Sempre preferendo gli insulti alle argomentazioni, Del papa prosegue:


Quelli come Gramelly non rischiano, vanno sull’ovvio, camminano sulle ova del rettopensiero, il massimo della trasgressione è dire che questo governo non garantisce il pluralismo, insomma pretende di infilare in Rai pure i suoi, senza cacciare gli altri che se ne vanno a trenino, per gelosia, per vittimismo, perché al Piddì va bene così, per soldi, tanti soldi. Dal lacrimosa al vanitosa, sempre con quell’orgasmo serotino, farsi rimpiangere, lasciare il vuoto. Ma chi li piange, poi? [...]Non si accorgono di quanto sono patetici e all’occorrenza infantili: e io ho fatto il libro e lo sanno tutti e l’hai fatto tu e non se n’è accorto nessuno. Che, stiamo all’asilo, nì? Si sentono tanto superiori, tanto dalla parte giusta, ma uno che beatificava una preside antimafia che se magnava pure le merendine per la scuola, dovrebbe avere il buon gusto di scusarsi e sparire, altro che fare finta di niente, altro che spocchia continua. Invece sono catafratti, anche se sotto la spocchia, delle volte, proprio poco. E la gente non li regge ogni giorno di più, perché ogni arroganza ha un limite.

Chissà se Del Papa si masturbava mentre scriveva quella serie di insulti sconnessi. Di certo non pare abbia "cucinato" nessuno al di fuori della sua dignità, sempre ammesso ne abbaia mai avuta una.
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