Roma Pride, ennesimo dietrofront di Rocca: «Ridaremo il patrocinio se ci chiedono scusa»

Ormai siamo oltre alla farsa, col presidente meloniano di Regione Lazio che pare atteggiarsi come bambino dell'asilo Mariuccia. Prima concede il patrocinio al Roma Pride, poi lo ritira su richiesta delle lobby forzanoviste vicine a Mosca ed ora dice di essere pronto a ridarlo ma solo se gli chiederanno scusa:

Mentre a causa sua si registrano minacce di morte e violenti insulti contro i partecipanti alla manifestazione per i diritti umani, il signor Rocca sostiene che la Regione Lazio sia pronta a ridare il patrocinio al Pride se Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride chiederà scusa: «Colamarino chieda scusa per la strumentalizzazione e la manipolazione, e immediatamente ridaremo il patrocinio. Ma non c'è spazio di mediazione per l'utero in affitto».

Se non è chiaro perché Rocca parli di Regione Lazio come se fosse cosa sua e come se lui decidesse per tutti come se fosse ne fosse il sovrano, davvero non si capisce perché insista nel citare a sproposito quello che i gruppi di estrema destra chiamano "utero in affitto" dato che il documento non ne parla. Al massimo di parla di GpA solidale che, essendo gratuita, non pare rientrare nella definizione dei neofascisti usata dell'esponente meloniano.
Evidentemente a loro non piace si possa spiegare che è falso far leva su fantomatiche «compravendite di bambini» e presunti «sfruttamenti delle donne povere» come prassi di una propaganda che vuole criminalizzare i genitori gay mentre quel 90% di coppie eterosessuali che accedono alla GpA potranno continuare a farlo. Ed è davvero surreale che un esponente delle istituzioni sostenga che i cittadini dovrebbero scusarsi con lui se hanno idee diversa dalle sue.

Da segnalare come a lanciare accuse di presunta "illegalità" contro i gay sia un tale che vanta una storia come questa:

Davanti all'ennesimo cambio di rotta di Rocca, il deputato Alessandro Zan commenta:

A dimostrazione del perché la destra omofoba stia rendendo difficile la vita a migliaia di italiani, arriva la solita estremista che paragona i gay ad animali mentre lancia sconnesse accuse di molestie ai minori. Quindi, più delle deplorevoli azioni politiche degli uomini della Meloni, a preoccuparci dovrebbero essere istituzioni che fanno sentire legittimati alla violenza dei violenti che diffamano interi gruppi sociali attraverso una squallida ripetizione dei loro slogan.
Magari la signora Carlotta proverà piacere nell'insultare e nel diffamare, ma accusare qualcuno di voler molestare dei bambini è un atto ignobile, schifoso e probabilmente passibile di denuncia penale. Ritenere che l'omofobo debba sentirsi legittimato ad odiare non è accettabile, soprattutto quando conosciamo bene i mandanti a abbiamo assistito ai festeggiamenti della destra davanti all'affossamento della legge che avrebbe reso perseguibili simili abomini.


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