Salvini parla molto di punizioni e poco di prevenzione. Ora dà del «bastardo» al femminicida dopo non aver votato la Convenzione di Istanbul
Matteo Salvini ama proporsi come il pistolero che vuole punire, castrare e torturare i delinquenti, soprattutto quando si tratta di stranieri. Davanti all'omicidio di Giulia Tramontano, il leghista pare voler cercare facili consensi urlando parolacce contro l'assassino.
Dalle pagine de Il Giornale, dichiara che Impagnatiello sarebbe un "bastardo, che deve marcire in galera fino alla fine dei suoi giorni". E se commentare con un "bastardo" un complicato caso di femminicidio pare più consono a dei discorsi da bar che quelli di un politico, il padano ha subito cerca di sfruttare il cadavere per invocare la riforma leghista della giustizia, promettendo di punire chi non dice quello che lui vorrebbe fosse detto: "Il giudice per il momento non ravvisa crudeltà e premeditazione. A maggior ragione, approveremo una riforma della giustizia che in questo Paese serve come il pane. Chi sbaglia paga, e anche il giudice se sbaglia paga". Evidentemente solo quando è la Lega a sbagliare che lui non ritiene di dover pagare e neppure di dover restituire i 49 milioni di euro sottratti illecitamente ai cittadini:
Insomma, abbiamo un ministro che parla solo di punizioni e ben poco di leggi a tutela della donna. Ed è interessante voglia cavarsela con una parolaccia dopo che il suo partito si è astenuto dal votare i progetti per la prevenzione alla violenza sulle donne e al femminicidio:
In realtà le eurodeputate leghiste Susanna Ceccardi e Alessia Basso non si sono astenute, ma hanno votato contro la norma per la prevenzione della violenza domestica.
Inoltre Salvini salì anche sul palco del congresso di Verona, dove venne ospitato anche un prete ortodosso invitato dalle lobby forzanoviste che andava in giro a dire che un uomo non potesse essere considerato un vero uomo se lo stato non lo autorizzava a picchiare la moglie.
Il caso ricorda anche quando Salvini invocava torture fisiche contro minorenni, urlando che lui voleva castrarli tutti per mostrare che, davanti ad un crimine efferato, lui poteva essere più violento e barbaro di loro:
Ma anche in quel caso le sue invettive parevano fini a sé stessi, dato che saltuariamente ha affermato di voler castrare i pedofili o gli stupratori, ma poi proponeva di rendere legge delle teorie antiscientifiche come l'alienazione parentale, spesso usata proprio dai pedofili per non rispondere dei loro crimini:
Urlare slogan sanguinari e poi opporsi a leggi che sarebbero dovute servire a prevenire i crimini non pare un atteggiamento saggio. Perché il crimine andrebbe prevenuto, non punito con barbarie ancora maggiori rispetto al crimine stesso, col rischio che il politico leghista si metta sullo stesso piano del criminale e si comporti peggio di lui.