L'aeroporto ancora non funziona, ma Salvini pensa a fare propaganda anti-trans


L'aeroporto di Catania è chiuso da giorni. Chi vuol partire o atterrare deve andare a Lamezia Terme (235 chilometri da Catania, tre ore e un quarto in auto, cinque ore in bus e treno), Reggio Calabria (139 chilometri, due ore e mezzo in auto, quattro ore con i mezzi pubblici), Comiso (90 chilometri, un'ora e un quarto in auto, nessun servizio pubblico), Trapani (318 chilometri, tre ore e mezzo in auto, cinque ore e mezzo con i mezzi pubblici), Palermo (237 chilometri, due ore e mezzo in auto e quattro ore con i mezzi pubblici).
E il ministro Salvini che fa? Praticamente nulla. Ad una settimana dalla chiusura, ha annunciato solo domenica che lui era pronto a convocare un tavolo sull'emergenza aeroporto. Insomma, dopo sette giorni ha finalmente trovato il tempo per dare la sua disponibilità a sedersi ad un tavolo per discutere sul da farsi.

Evidentemente aveva altre priorità. Infatti ci ha fatto sapere con un selfie che è andato a donare il sangue. Poi ha auspicato l'arresto dei no-tav che hanno assaltato il cantiere di Chiomonte della Torino-Lione, ha criticato il segretario della Cgil e ha trovato persino il tempo di postare un video della propaganda forzanovista che mostra una transessuale che sosterebbe di voler essere la prima donna trans ad abortire. Ovviamente ha promesso che lui pregherà contro di lei perché lui proverebbe «tanta umana pietà» nei suoi confronti, raccattando commenti di leghisti che sostengono che le donne trans sarebbero malate di mente o che invocano il «signore iddio» affinché tolga «tanto fecciume nel mondo intero».
Intanto l'aeroporto era fermo, ma forse prima vengono gli attacchi alle persone trans, poi le sue critiche alla Francia e gli immancabili selfie auto-promozionali. Poi, se non c'è nessuna altra donna trans da maltrattare, dopo sette giorni e i varie selfie con la figlia minorenne scattati mentre era in spiaggia ad Ostia (d'altronde mica vorrete lavorare di sabato solamente perché un aeroporto è andato in fiamme), finalmente pare aver trovato il tempo per incontrare gli esponenti della destar siciliana e annunciare che ci vorranno altri sette giorni per non arrivare alla piena funzionalità dello scalo:



Curioso è il suo sottolineare che si è persino detto disposto a fare il suo lavoro. E se non è chiaro perché si dica convinto che il ministero sarebbe suo manco se lo fosse comprato, parrebbe evidente che il ministero dei trasporti avrebbe dovuto occuparsi della vicenda nel momento stesso in cui è scoppiato l'incendio, ossia il 16 luglio scorso.
Dal 16 luglio al 26 luglio cosa è stato fatto se lui dichiara che ci si troverebbe ancora in una fase di approfondimento? Ma forse non c'è fretta, tanto i siciliano stanno bruciando e sono senza acqua da giorni, quindi sarebbe inutile dargli servizi. A 'sto punto è meglio pensare alla sua campagna elettorale preparare selfie propagandistici.
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