Belpietro attracca i giudici, chiedendo la sterilizzazione forzata delle persone trans


Con buona pace per Maurizio Belpietro, una donna trans è una donna. Non è un uomo "che si sente femmina" come ama sostenere quel suo Jacopo Coghe a cui lui sponsorizza i congressi omofobi.
E dato che la sentenza n. 15138 del 2015 emessa dalla cassazione sancisce che il trattamento chirurgico non è indispensabile per rettificare l’attribuzione di sesso anagrafico, è la legge e non le "toghe" a garantire la dignità di quelle donne che lui odia. Quindi il fatto che lui nutra disprezzo per i diritti civili e nutra profondo odio per le donne trans non pare un motivo sufficiente per andare dai suoi proseliti ad urlare che lui pretende che quelle persone siano sterilizzate mediante amputazione degli organi genitali:.



Se pare ormai chiaro che la destra omofoba ha ripiegato su una promozione dell'odio contro le persone trans in quanto vittime di pregiudizi maggiori, non è chiaro con quale diritto Belpietro dica che lui esige che gli altri gli chiedano il permesso di esistere. E, soprattutto, suscita orrore il suo chiedere sterilizzazioni, amputazioni e torture degne di Josef Mengele.
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