Jacopo Coghe continua a fantasticare su peni e vagine


Jacopo Coghe ama banalizzare questioni complesse nella speranza di ridicolizzarle. Evidentemente è convinto di parlare ad un pubblico di imbecilli che possano bersi le sue mistificazioni.
Attaccando la sentenza del Tribunale di Trapani che ha garantito a Emanuela di veder applicata la legge 164 del 1982 sul cambio di sesso alla luce della sentenza n. 15138 del 2015, la quale sancisce che il trattamento chirurgico non è indispensabile per rettificare l’attribuzione di sesso anagrafico, scrive:



Coghe sostiene così la sua intera essenza sarebbe definita dall'escrescenza che sostiene di avere tra le gambe. Quindi, a detta sua, il pene definirebbe l'uomo e tutto il resto non conterebbe nulla.
Si mette così a fantasticare sulle operazioni chirurgiche, proponendo un populismo di bassa lega che nega che ogni persona deve essere libera di decidere cosa li faccia stare più a proprio agio. Non è che una donna a cui viene rimosso un seno e decide di non farsi impiantare una protesi diventa uomo perché Jacopo Coghe vuole due tette, ma quella è una scelta che ognuno deve essere libero di poter compiere in autonomia anche se Jacopo Coghe non sta bene.

E dato che la destra è contrari all'ecologia e alla tutela del pianeta, Coghe si mette ad irridere anche la legge europea per la tutela della biodiversità uscendosene con questa stupidaggine:



Con buona pace per Coghe, le persone transessuali sono sempre esistite. Lui può anche frignare che lui le odia e può battere i pieni per terra come un bambinetto capriccioso, la la verità è che la natura è più varia del suo ritenere che tutti vadano costretti ad uniformarsi ai suoi pruriti sessuali.
Quindi apprendiamo che lui è contrario alla difesa dell'ambiente e che a lui non interessa se il suo inquinamento farà morire i figli die suoi figli, ma è molto contestabile il suo sostenere che la natura sarebbe omofoba solo perché lo è lui.
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