Jacopo Coghe non si è accorto che lui la pensa come gli islamici?
Jacopo Coghe si decida. O sostiene che i sindaci di Fratelli d'Italia dovrebbero fare gara con i mussulmani nel negare il dirtto di espressione ai gay, oppure continua ad atteggiarsi da islamofobo. Ma non può insultare l'omofobia dell'Islam mentre chiede alle destre di atteggiarsi come ayatollah soggetti alle minacce della sua organizzazione, pretendendo che ritirino ogni patrocinio concesso ai Pride.
Con i suoi soliti toni strafottenti, il portavoce dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus scrive:
Ovviamente i suoi proseliti gli vanno dietro, sostenendo che il Barcellona avrebbe dovuto imporre arcobaleni in terre arabe mentre loro protestano perché non li vogliono in Europa:
Peccato che Jacopo Coghe non paia accorgersi che lui la pensa esattamente come gli odiati arabi. Ed ovviamente cita solo loro, omettendo che anche nel profilo turco, indonesiano e brasiliano non c'è alcun arcobaleno:
E dopo essersi inventato una falsa polemica, si vanta di come Fratelli d'Italia voglia imporre la discriminazione di numerosi studenti su sua richiesta:
E se lui dice che la mancata discriminazione sarebbe "pericoloso", tutti gli studi scientifici concordano sul fatto che la carriera alias abbia effetti positivi sulla salute psicofisca delle sue vittime.
Ricorrendo ad una buona dose di populismo e di ideologia, il loro Zamparini assicura che la Lega aiuterà Fratelli d'Italia a discriminare gli studenti: «ogliamo cercare di limitare la proliferazione di questa tendenza, innanzitutto, perché non è conforme alla legge. Quindi, concretamente, chiederemo agli istituti che hanno adottato l’alias di rispettare le norme vigenti. La nostra mozione è ancora in forma embrionale ma già ha raccolto il consenso non solo di Fratelli d’Italia ma anche delle altre forze di maggioranza. Nessun istituto, ad oggi, in Lombardia, è mai stato autorizzato a determinare un regolamento di carriera alias, anche perché, oltretutto, questo sistema procura una fatica infinita ai professori, ai dirigenti scolastici e a chiunque lavori a scuola, nella comprensione di come si possa interpretarlo, dal momento in cui, oggi, uno può essere Giacomo, domani Giacoma e dopodomani torna ad essere Giacomo».
Ovviamente la carriera alias non funziona così, ma evidentemente a loro fa comodo disinformare il loro elettorato.