La Roccella difende il figlio di La Russa, poi paragona la Santanché a Enzo Tortora
Che si tratti di stupro o di reati finanziari, la ministra Roccella difende a spada tratta i suoi colleghi della casta. In particolare, la signora afferma che il caso Santanché le ricorderebbe Enzo Tortora, vittima simbolo della malagiustizia, e «quindi non c’è motivo che Daniela si dimetta».
Ma se il suo paragonare la Santanché a Tortora pare un oltraggio, la ministra Roccella è stata anche contestata a Polignano a Mare mentre difendeva il figlio di La Russa, accusato di stupro. A detta della ministra, l'indagato andrebbe scaglionato perché il padre ha proposto manifestazione di uomini contro la violenza sulle donne.
L'impressione è che la signora lo faccia apposta, asserendo frasi inaccettabili per farsi contestare e poi fare la vittima che parla di altro. Il tutto mentre la stampa filo-governativa elogia il suo impegno nel difendere un tizio indagato per stupro:
Peccato sia grave un governo che getta discredito sulle vittime che denunciano le violenze, soprattutto quando quelle denunce risultano argomentate:
Naturalmente la signora tira in ballo i gay anche davanti al caso di un eterosessuale bianco, figlio del presidente del Senato, accusato di stupro. Ed ovviamente nega che il suo governo abbia fomentato un violento clima d'odio:
Insomma, dicono che loro mon avrebbero fatto nulla da quando sono al governo. Eppure le aggressioni si moltiplicano e a Cutro si contano i morti.