L'Agenzia delle Entrate critica l'istigazione all'evasione di Salvini

Dato che Matteo Salvini e Giorgia Meloni paiono ancora in campagna elettorale e cercando di ottenere consensi al posto di governare, il ministro Salvini ha riempito i suoi canali social con la sua promessa per "grande e definitiva pace fiscale" in favore di milioni di evasori fiscali che non hanno pagato le tasse come tutti gli altri.
Ma dato che Salvini e Meloni non paiono parlarsi perché troppo impegnati a promuovere i loro rispettivi partiti, oggi è arrivata la presa di pozione di Ernesto Maria Ruffini, il direttore dell’Agenzia delle Entrate riconfermato dalla Meloni: “Il contrasto all'evasione non è volontà di perseguitare qualcuno. L'Agenzia è una amministrazione dello Stato, non un'entità belligerante, è uno strumento di giustizia per tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che le tasse le pagano, anche a costo di sacrifici e nonostante l'innegabile elevata pressione fiscale”.
Ruffini ha osservato che se si vuol far pagare meno tasse, che risultano effettivamente troppo alte in Italia, il governo sarebbe libero di tagliale. Potrebbero mettere in campo politiche che riducano la pressione fiscale, ma tentare di legittimare l’evasione è un messaggio molto pericoloso.
“Svolgiamo un lavoro essenziale per il funzionamento di tutta la macchina pubblica”, continua Ruffini, “perché se vogliamo garantire i diritti fondamentali della persona indicati e tutelati nella nostra Costituzione, come la salute dei cittadini, l’istruzione dei nostri figli, la sicurezza di tutti noi, servono risorse e noi siamo chiamati a raccoglierle a vantaggio di tutti. Anche di chi si sottrae al loro pagamento”.
Se Salvini vuole favorire l’evasione senza ridurre la pressione fiscale, le possibili conseguenze sono soltanto due: o caricherà di maggiori tasse quanti le pagano onestamente o taglierò i diritti garantiti dalla Costituzione come l’istruzione, la sanità e la sicurezza a chi ha pagato il dovuto.


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