Nicola Porro si lamenta che Miss Olanda sia stata scelta per il carattere e non per le tette

Pare che Nicola Porro si sia ridotto a scimmiottare Jacopo Coghe pur di mostrare alla Meloni che lui è disposto a calpestare ogni etica deontologica pur di aiutarla a promuovere disprezzo contro interi gruppi sociali.
Infatti il suo titolare "Miss Olanda è un uomo" è una falsità, dato che la vincitrice è una donna transgender. E il codice deontologico imporrebbe di non calpestare la dignità umana anche se si vuole spalleggiare quelle lobby che vorrebbero negare il diritto all'esistenza ad interi gruppi sociali, come avveniva in epoca fascista.

Se ormai l'opinione pubblica pare assuefatta alla violenza delle destre, non pare accettabile che un giornalista possa pubblicate un simile titolo:

Nel suo "articolo", leggiamo:

Rikkie Valerie Kolle, transgender di 22 anni, è stata incoronata miss Olanda 2023, dopo un processo di transizione da uomo a donna che è iniziato a partire addirittura dai 16 anni. Il progressivo riconoscimento della propria identità di genere ha spinto la giuria a conferirle nomina, proprio sulla base della sua “storia forte e una missione chiara“.

A quel punto il sito di Porro ci spiega che il maschio eterosessuale di destra preferisce valutare le donne in base alle tette piuttosto che al suo carattere, motivo per cui lui ritiene che premiare il carattere di una donna offenda chi guarda a quelle donne come se fossero capi di bestiame da esibire:

Un percorso di autodeterminazione di sé, che però ha aperto le porte a più che qualche dubbio, da alcuni già ricollegato ad una decisione soprattutto politica, che fondata sul vero obiettivo del concorso. Ne può essere un esempio plastico anche la motivazione – riportata poco fa – della giuria, che ha deciso di premiare la transgender proprio per l’esempio chiaro, per la “storia forte e la missione chiara”. Appunto.

Mischiando temi a caso, è sostenendo che le donne transgender dovrebbero essere ritenute "Maschi" che Porro mette sullo stesso piano un concorso di bellezza ad una gara di atletica, ovviamente elogiando chi fa discriminazione:

Un caso che ha scatenato le polemiche anche nel mondo dell’atletica, dove poche settimane fa la Federazione mondiale di atletica ha posto un veto sulla partecipazione dei soggetti transgender alle gare, giustificato dal fatto che la “biologia ha la meglio sul genere“, soprattutto se si parla di un individuo nato maschio che ha poi affrontato un percorso di transizione verso il sesso femminile. Ora, è anche il mondo dei concorsi di bellezza ad aver aperto le porte alla comunità Lgbt.

Lui voleva fosse un mondo riservato unicamente alle donne metrosessuali? E su quali basi?


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