Porro difende il commercio di scatti sessuali di atlete


A posto di parlarci del perché Giorgia Meloni ci stia facendo perdere tutte le rate del Pnrr, Nicola Porro preferisce parlarci di quanto lui ami fotografare le ginnaste a gambe aperte.



Se Nicola Porro dice che quella sarebbe una «allucinante censura», il suo Max Del Papa di affretta a citare quel loro Sgarbi che si vantava di fare sesso con minorenni:

Scànsate Braghettone, anche se agivi per procura, sui nudi di cappella michelangiolesca, scànsate Pio XII coi mutandoni sulle gemelle Kessler, scansàte Grant Wood col tuo American Gothic, scansàteve puritani, vittoriani e scànsate pure tu, Vittorione Sgarbi con le tue “parolacce” al Maxxi: qui è arrivato chi supera le colonne d’Ercole della fobia, dell'occhio malato, della demenza e della decenza: allora, state a sentire: la Federginnastica svizzera ha proibito ufficialmente le foto delle atlete a gambe larghe mentre si producono in gesti atletici. “No alla sessualizzazione per proteggere le atlete dalla diffusione di immagini eticamente sensibili”. Proteggere che? Eticamente che? Quando non sanno cosa dire, abbondano in aria che cammina, il nulla verbale che nasconde intenti malsani.

Insomma... faccela vede', faccela tocca'. Il loro livello "culturale" è quello. E se non si capisce in che modo sostengano che la loro sessualizzazione della donna dovrebbe legittimare le affermazioni sessiste del loro Sgarbi, del Papa non tarda ad elencare tutte le atlete che solleticano le sue fantasie sessuali:

E perché poi limitarsi alla ginnastica e non passare, che so, al tennis, con quei culetti a fil di gonnellino, al volley, al nuoto sincronizzato, così vezzoso, da sirenetta, a qualsiasi cosa? Ma chi l'ha deciso che un volteggio è conturbante, e va proibito? Ma non c'è un limite, ma possibile che il primo che passa possa dettare regole che in qualsiasi reparto di igiene mentale sarebbero considerate inapplicabili? Questa propensione a salire sul predellino e dettare l'agenda, in totale spregio della democrazia benché in suo nome, comincia ad avere del preoccupante: un giorno proibiscono una vocale, un altro un colore, come nel basso Medioevo, quell'altro ancora una capriola per aria: tipo Bill Gates che si alza la mattina e dice: oscuro il sole, lo faccio per voi.

Che c'entra Bill Gate? Probabilmente nulla, ma davvero volevate non mettessero un qualche riferimento da complottisti no-vax?
Poi, fcendo finta che non siano loro i bigotti, Del Papa arriva a scrivere:

Cinquant'anni fa, in piena liberazione sessuale, indotta dal rock and roll, si poteva dire fare baciare (quasi) di tutto: come abbiamo fatto a ridurci così, a regredire così? E sono stati, attenzione, gli stessi, quelli di sinistra, i loro discendenti. Autoritari quando pretendevano la distruzione dell'ipocrisia borghese per via erotica, autoritari adesso che vogliono restaurarla vedendo pornografia ovunque tranne dove sta, per esempio ai gay pride, sempre più circensi, sempre meno fondativi.

E certo! Ora i Pride sarebbero "pornografia" agli occhi di chi dice che l'atletica diverrebbe inutile se non si possono fotografare le vagine delle atlete. Ed era scontato che Del Papa si sarebbe premurato di essere omofobo, invitando al pregiudizio i lettori di Porro. E così si diverte a dire che i Pride sarebbero "carnevalate", così, giusto per inultare gratuitamente milioni di persone.

Ovviamente né Porro né Del Papa spiegano che il divieto riguarda le fotografie a gambe aperte verso l’alto, come ad esempio sulla trave o alle parallele. E beppure siegano che scopo è quello di proteggere le atlete da situazioni sensibili o imbarazzanti.
A maggio, anche il Giappone ha introdotto la sua prima legge nazionale per punire come crimine il “voyeurismo fotografico“ una volta constatato il problema dello sfruttamento sessuale delle immagini altrui, dato che i giovani atleti in tenuta sportiva sono spesso presi di mira da persone che si dedicano a scatti furtivi di natura sessuale. Ed anche la Germania vuole sanzionare chi usa fotografie di atkete a fini pornografici. Porro ride di tutto questo.
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