Porro prende le difese del figlio di La Russa

È dal sito di Nicola Porro che Daniele Capezzone pare volersi lamentare di chi non insulta una vittima di stupro come ha fatto il loro Filippo Facci.
Dato che l'indagato non è un migrante ma il figlio di un potente di estrema destra, a loro dà fastidio si parli di “fonti della procura”, di un racconto della ragazza “credibile” e di lesioni “compatibili” a possibile violenza “per induzione”. Secondo loro, parlare dei fatti «vuol dire che il processo mediatico è in corso avanzatissimo prima ancora che le indagini procedano. La “sentenza” mediatica è già servita».

Secondo Capezzone, saremmo davanti a una «tesi precostituita, massacro mediatico del bersaglio, valorizzazione dei soli elementi a supporto di un ben preciso obiettivo. Più una spruzzata di uso politico della giustizia e abbondante sputtanamento». E lui dice che per impedire che un presunto stupratore non susciti indignazione serva una «riforma liberale e garantista della giustizia per tutti i cittadini con separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, riforma del Csm e così via».
In pratica, vogliono una riforna della giustizia dove il poter giudiziario sia in mano a Meloni?

Non pare andare meglio col leghista La Porta:

Peccato siano stati loro ad usare Ciro Grillo per dare addosso ai 5 Stelle, anche se Grillo non ha mai avuto un ruolo parlamentare. Meloni urlava, Salvini mandava preghiere via Twitter. Adesso stanno tutti zitti, dicendo al massimo che la ragazza era drogata quindi inaffidabile.


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