Adinolfi torna a dire che i gay andrebbero "curati" e i malati non meriterebbero di poter scegliere

La superbia di Mario Adinolfi pare surclassare persino la sua sfacciata omofobia. Ed è abbastanza fastidiosa la sua abitudine ad auto-proclamarsi detentore della verità assoluta mentre si dice auto-investito dal diritto di poter "spiegare" agli altri che sbaglierebbero a non pensarla come lui.
In particolare, oggi si lamenta che don Giulio Magnani abbia osato dissentire dal suo sostenere che si dovrebbero imporre atroci torture ai malati terminali contro la loro volontà. Ma dato che l'istigazione alla discriminazione resta il suo core-business, subito si è affrettato a definire "paccottiglia ideologica" i diritti civili, a sostenere che i gay andrebbero "curati" o che gay e transessuali andrebbero considerati peccatori per il solo fatto di esistere, paragonandoli al suo aver deciso di divorziare e sposare una donna più giovane:

Fastidiosa è anche l'abitudine di Adinolfi a strumentalizzare Gesù, incurante di come non ci risulti che i Vangeli invitassero alla tortura o alla discriminazione come è sua prassi. Eppure i suoi fan paiono concordare con lui sul fatto che il cristianesimo sarebbe inutile se non lo si usa contro gli altri:

Da una parte ci dono gli adonolfiniani che vogliono imporsi sugli altri, dall'altra c'è un don Giulio che difende il libero arbitrio deciso da Dio. Non pare difficile capire chi dei due irrida Gesù.


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