Il poliziotto pro-Salvini che continua a scrivere letterine a Nicola Porro


Fa abbastanza ridere che Nicola Porro continui a scrivere "mi ha scritto un poliziotto" senza ritenere di dover specificare che a mandargli letterine sia sempre il medesimo sindacalista pro-Salvini della Fsp, ossia di un'organizzazione sindacale di destra. E pare ingannevole che Porro parli genericamente di "un poliziotto" quando quel poliziotto è quello stesso agente che posava in selfie insieme a Salvini.

Dopo avergli scritto una lettere in cui prendeva le difese dei poliziotti di Torino che hanno represso con la violenza una pacifica contestazione alla Meloni, oggi gli scrive una nuova letterina in cui cerca di spalleggiare Salvini contro la giudice che ha ravvisato l'illegittimità dei suoi decreti anti-migranti:



Parlando al maschile delle donne, esattamente come il "signor presidente Giorgia Meloni" invita a fare, il poliziotto mischia una sentenza fondata su solide basi giuridiche con i convincimenti personali della giudice attaccata da Salvini, dicendo che lui si sente offeso da chi si domanda chi abbia fornito quel video al ministro:



Se è Salvini che ha usato un video che pare sia stato registrato dalla polizia per attaccare sul piano personale chi contesta l'illegittimità dei suoi decreti, il poliziotto di Porro si lancia in un ingiustificato vittimismo sostenendo che lui verrebbe insultato:



Il poliziotto di Porro pare voler sostenere che se Salvini accusa dei manifestanti di aver insultato dei poliziotti, allora i giudici avrebbero il dovere di dar ragione alle politiche di Salvini perché era stato lui a mandare lì la polizia.



Senza chiarire quale sua l'accusa che sta rivolgendo al giudice, è sempre facendo vittimismo che il poliziotto di Porro sostiene che i poliziotti "vengono puniti severamente anche per molto meno".



Quale dovrebbe essere il "molto meno" di un'accusa non esplicitata non è chiaro. Il poliziotto sta forse accusando la giudice di aver offeso chi non faceva sbarcare i migranti sequestrati da Savini? E per cosa sarebbero stati punitivi suoi colleghi, dato che non ci pare lui si faccia remore a scrivere lettere a Porro o a esporsi in maniera molto politica in nome dell'uniforme che indossa?

Sarebbe interessante anche comprendere su quali basi paia abbia deciso che bisogna credere alla versione di Salvini (peraltro non suffragata da prove) e non a quella della giudice (che trova riscontro in fotografie che confermano unicamente il fatto che lei interposta fra polizia e manifestanti). Infatti è a nome dalla polizia che l'agente di Porro è andato dai giornali di destra a spacciare la versione di Salvini come se dovesse essere ritenuta un dato di fatto:



Se Salvini sostiene che la giudice sarebbe "pro-migranti" perché non ritiene di doversene infischiare del diritto quando la vittima non è italiana, possiamo ipotizzare che il poliziotto di porro possa essere definito "pro-Salvini" dato che non pare tener fede alla terzietà che il suo lavoro gli imporrebbe, proponendosi come pedina della propaganda di una parte politica?
Probabilmente sì, dato che il poliziotto di Porro si vantava dei suoi interventi alla radio del partito leghista, il cui nome ancora sostiene che la fantomatica "Padania" non sia Italia e che Salvini dovrebbe "liberarla":



E pareva molto orgoglioso anche dei selfie che si era scattato insieme a Salvini:



Non pare ininfluente neppure il fatto che l'agente di Porro fosse un sostenitore del decreto illegale condannato dai giudici, nonché un agente di polizia che sta sempre con Salvini e usa l'uniforme per attaccare Lamorgese e Pd:



Quindi il poliziotto di Porro può andare da Salvini, parlare sulle radio di Salvini e usare l'uniforme per difendere Salvini, ma la giudice non era libera di poter circolare liberamente sul territorio nazionale?
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