Il Tempo inveisce contro chi sostiene che a votare dovrebbe essere chiunque paghi le tasse in Italia
Nel 2019, Il Tempo proclamò Mussolini quale loro "uomo dell'anno". Quindi non parrebbe una testata particolarmente titolata a dare lezioni di moderazione agli altri. Eppure, in quell'ossessiva propaganda della destra che punta a fare opposizione alle opposizioni, scrivono:
Il titolo è già di per sé una truffa, dato che se fossero extracomunitari non potrebbero votare. E se è un po' triste una destra che spera di campare unicamente sull'odio per i migranti, tale Christian Campigli scrive:
Il Partito Democratico moderato, riformista e con un occhio attento verso il centro non esiste più. L'ennesima conferma di una radicalizzazione della segreteria Schlein giunge da Firenze.
Anche qui un po' di autocritica non gli darebbe male, dato che loro insistono a definirsi "centro-destra" quando tutti i giornali stranieri li considerano di estrema destra.
Il problema di Campigli è che a lui non sta bene che chi lavora e paga le tasse possa votare senza che quello sia ritenuto un privilegio derivante da un presunto diritto di nascita:
Il consiglio comunale ha votato un ordine del giorno, presentato da Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, esponenti del gruppo Sinistra Progetto Comune. Approvato grazie al voto decisivo del Pd. Oggetto dell'atto: il diritto di voto amministrativo di cittadini e cittadine extra Ue regolarmente residenti in Italia.
Non è chiaro dove veda estremismo in un atto di buonsenso, anche se forse teme che chi è al centro delle invettive della destra non voterà destra. E per mostrare una certa disonestà intellettuale, aggiunge:
Tradotto per i meno attenti: concedere che alle urne per decidere il prossimo sindaco gigliato possano esprimersi tutti gli immigrati sbarcati col barcone nel nostro Paese.
Se è pur vero che Il tempo non lo avrebbe assoldato se non nutrisse un feroce astio verso i migranti, la sua "traduzione" pare mistificare un atto che apre solo alle “persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia, pertanto registrati come residenti a tutti gli effetti”. Ed ovviamente la polemica si basa sul nulla, dato che un Comune non ha il potere di modificare la legge elettorale ma può solo esprimere le proprie considerazioni al governo.
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