Porro già nega le manganellate della Meloni
Il Governo Meloni ha represso con la violenza le contestazioni a Giorgia Meloni, ma ovviamente Nicola Porro si è già inventato una sua versione dei fatti volta a negare l'evidenza. E così, fice che uno dei poliziotti impegnati nei manganellamenti gli avrebbe scritto una letterina:
L'agente avrebbe raccontato al «caro Porro» che i manifestanti di Torino sarebbero stati il «peggio che attualmente si può trovare in strada». E se sorvola sui manifestanti che la polizia ha mandato all'ospedal, friga dicendo che loro sarebbero stati «incolpevoli bersagli» perché «padri di famiglia, cittadini, lavoratori, hanno ricevuto pugni, calci, sputi, insulti di ogni genere per aver adempiuto ad un atto d’ufficio».
La firma è di un sindacalista di FSP, ossia un'organizzazione sindacale di destra.
Peccato che i video mostriamo poliziotti che manganellano e rincorrono ragazzini disarmati. Nelle immagini non si vede nessuno a volto coperto, non si vedono molotov, non si vede nulla che giustificasse quelle brutalità. Eppure Porro non pare scomporsi davanti ad immagini come questa:
L'Italia di Giorgia Meloni è dunque un Paese dove la polizia picchia brutalmente chi dissente? E davvero il sindacalista di destra sostiene che gli agenti abbiano fatto bene a prendere a manganellate persone che manifestavano pacciamante, al contrario di quei fascisti che vennero lasciati liberi di assaltare e distruggere la sede dei sindacati?